Non profit

I caccia fanno stragi, i pacifisti vanno a processo

di Redazione

crifici a tre milioni di cittadini disoccupati. La sua domanda, poi, ci ha così stimolati da aver deciso di dedicare un intero dossier a questa questione sul prossimo numero.
Giovedì 5 febbraio si è svolta la prima udienza del processo a carico di Enrico Filippi, obiettore di coscienza accusato di diserzione per aver partecipato a una missione di pace in Bosnia nel 1993. Due giorni prima, martedì 3 febbraio, un aereo da guerra colpisce la funivia del Cermis e provoca 20 morti. Giochi di guerra in tempo di pace, morti innocenti. L?inchiesta da subito subisce depistaggi e tentativi di deviazione. Due vicende diverse ma unite da uno stesso denominatore: la mancanza, nella logica della guerra, degli elementi basilari di umanità e di rispetto della vita umana. Enrico ha la colpa di aver risposto alla sua coscienza di uomo e di obiettore, rispondendo al grido di dolore delle popolazioni in guerra. Enrico è colpevole di avere cercato la pace con mezzi diversi dai bombardamenti e dalle azioni di rappresaglia. Lo ha fatto 2 anni prima che un soldato italiano si recasse in quelle terre in una missione internazionale; quindi con rischi maggiori. Enrico viene processato oggi che il Parlamento si appresta a discutere la nuova legge sull?obiezione di coscienza in cui è previsto il diritto all?espatrio in missioni di pace. Le numerose testimonianze di solidarietà a Enrico e la presenza, come testi a favore nel processo, del direttore della Caritas di Carpi, del vescovo di Ivrea monsignor Bettazzi e di don Bizzotto leader di ?Beati i costruttori di pace? dimostra la validità dell?atto di Enrico. Perché processare la ricerca della pace? La giustizia sarà così efficace e solerte anche nel caso della strage della Val di Fiemme? Cosa intende fare il governo per impedire nuove stragi? Avremo ancora il governo e l?avvocatura dello Stato schierati con l?aeronautica come nel caso della strage di Casalecchio? Se questo è il prezzo della difesa armata e del nuovo mpdello di difesa, no a questo modo di imporre la pace, no a vittime innocenti di strumenti di guerra tecnologici, no, infine, a uove spese militari

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