Fondatore del Centro psicopedagogico per la pace di Piacenza, si occupa di conflitti da una vita. I bulli non sanno litigare è il suo ultimo libro, scritto a quattro mani con Luigi Regoliosi.
Perché questo titolo?
Giochiamo su un paradosso: è il bullo che è in difficoltà, perché non riesce a gestire il conflitto, cerca di allontanarlo. Allora si trova ad aver bisogno di dominare e usa la violenza, verbale o fisica, verso la vittima, scelta perché incapace di difendersi.
Bullismo e media: che ne dice?
Su certe cose sono arrivati tardi, con i videocellulari i ragazzi ci giocavano già due anni fa. Comunque lo sbattere tante storie in prima pagina provoca solo allarmismo e senso di impotenza, si crea un clima poliziesco là dove dovrebbe esserci un lavoro educativo.
Da dove cominciare?
Dai distinguo. Il bullismo è una persecuzione sistematica. Tutto il resto è prepotenza, gradasseria, ma non bullismo. In Italia si fa spesso confusione.
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