Non profit

I bulletti e il secchione. Con finale non scontato

L’ora di ginnastica. Scuola, un diario di bordo di Pasquale Coccia.

di Pasquale Coccia

Leonardo è il bulletto della classe. Lo segue, per sbruffoneria adolescenziale, Arrigo, suo compagno inseparabile di banco e di pessimi voti. Da qualche mese, i due hanno preso di mira Aldo, che ha ottimi voti in tutte le materie. Durante l?ora di educazione fisica, i due bulletti si scambiano occhiate e indicano Aldo, per poi ridere di lui senza motivo. In palestra Aldo si mostra sicuro di sé e incurante dei due, da me ripresi più volte e invitati a mantenere un comportamento più rispettoso. Aldo è un ragazzo dotato di ottime abilità motorie ed è in grado di prendere le giuste decisioni, sia individuali sia in collaborazione i compagni di squadra, quando è impegnato in una gara, grazie a un passato sportivo solido e sano.Un torneo cittadino di basket riservato alle prime classi delle scuole superiori mi offre l?occasione di formare una squadra con Aldo, Leonardo, Arrigo e altri. Prima della gara, quando i ragazzi si cambiano per fare il riscaldamento, Leonardo e Arrigo si mostrano agitati, fanno battute a sproposito, parlano a voce alta, e mentre impartisco istruzioni per la gara loro sono con la mente altrove. All?inizio della gara Leonardo e Arrigo commettono una serie di errori, che consente alla squadra avversaria di realizzare canestri a ripetizione e avere parecchi punti di vantaggio. Io, più agitato di loro per quello smacco nei primi minuti di gioco, minaccio di sostituirli e non farli più giocare, se non seguono le mie indicazioni.Tra i due bulletti imbambolati e in balìa del gioco degli avversari si inserisce Aldo che consiglia loro come difendere il canestro e a chi passare la palla conquistata. Leonardo e Arrigo, dopo le prime azioni a buon fine, prendono coraggio e sempre dietro consiglio di Aldo realizzano parecchi canestri, fino a ribaltare il risultato. Nei giorni successivi noto che i tre ragazzi si cercano con insistenza, e che ad Aldo fa piacere sentirsi al centro dell?attenzione.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA