Salute
I budget di salute diventino legge nazionale
Bisogna superare progressivamente il modello di RSA, dobbiamo rendere concreta l’integrazione tra sanità e assistenza e tra momenti istituzionalizzati di cura e territorio e le RSA. ll più avanzato e promettente strumento è il cosìdetto “Budget di Salute” che nelle sperimentazioni si è mostrato capace di promuovere un articolato sistema di salute e assistenza a base territoriale
di Redazione
La pandemia di Covid19 ha messo a nudo la fragilità e la inadeguatezza del modello di gran lunga prevalente nella offerta di servizi assistenziali per gli anziani e le disabilità adulte: le RSA
È apparso chiaro a tutti che la scelta di confinare i nostri anziani in strutture dedicate – trasformandoli immediatamente da componenti presenti e attivi nel loro territorio in oggetti passivi da proteggere e separare senza alcuna valorizzazione degli ordinari ambienti di vita – presenta criticità enormi su vari punti.
L’esposizione al rischio di contagio è stata la cartina al tornasole di una più ampia gamma di inefficienze, di spreco di capitale relazionale ed affettivo, di un impoverimento della nostra società che concerne tutte le condizioni di malattia cronico degenerativa. Gli anziani e le persone adulte con disabilità croniche sono relegate ad una condizione di sradicamento e di passività che ne mina lo stato di salute e ne mortifica il diritto di cittadinanza.
Superare progressivamente il modello di RSA diventa quindi un obiettivo prioritario per la fase di rilancio e di revisione del nostro sistema sanitario e di welfare.
Dobbiamo rendere concreta l’integrazione tra sanità e assistenza sociale e tra momenti istituzionalizzati di cura e coinvolgimento territorio e della società civile nella presa in carico dei cittadini vulnerabili. Le RSA si sono mostrate inadatte, se non un vero e proprio freno, su questo terreno.
Dobbiamo costruire sistemi territoriali dove il welfare e la sanità concorrano a formare un diffuso sistema di servizi di comunità e dove ogni cittadino possa ambire a permanere nel proprio ambiente abitativo, relazionale e culturale anche in presenza di malattia o disabilità.
L’Italia è ricca di un tessuto di operatori sociali, di istituzioni locali, di reti di solidarietà che in questi anni hanno sperimentato soluzioni innovative per la costruzione di un welfare di comunità. Il più avanzato e promettente è il così detto “Budget di Salute”.
Si tratta di costruire progetti personalizzati di presa in carico dei soggetti più fragili (a partire dagli anziani) capaci di incidere sulle determinanti sociali della salute per dare risposta ai bisogni di cura, di alloggio, di socialità e dove possibile di formazione e lavoro.
Un progetto che vede la cooperazione anzitutto della persona e della sua famiglia insieme alle istituzioni (Comuni e ASL) e a organizzazioni non profit, un sistema che si alimenta finanziariamente dalla trasformazione degli attuali costi previsti dai LEA in capitale assegnato a ciascun soggetto e finalizzato ad obiettivi visibili e rendicontabili di migliore qualità di vita.
Le sperimentazioni sono frastagliate ma numerose e hanno dati ottimi risultati anzitutto sul versante della qualità di cura e di vita dei soggetti coinvolti, ma anche dimostrando una efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse economiche.
In molti casi, attraverso la gestione di Budget di Salute si sono create nuove opportunità di lavoro e si è rigenerato un tessuto sociale e residenziale in aree di progressivo declino. Non a caso pensiamo che la generazione di sistemi di welfare comunitario potrebbe contribuire a far ritrovare un destino economico a molti piccoli comuni e borghi delle aree interne del Paese.
Pensiamo sia giunto il momento di uscire dalle sperimentazioni e dalle buone pratiche e che si debba sancire l’utilizzo del Budget di Salute come strumento di intervento all’interno di un articolato sistema di salute e assistenza a base territoriale.
Chiediamo con forza che il Parlamento approvi la legge istitutiva del Budget di Salute e che il Governo e le Regioni favoriscano la trasformazione di consistenti risorse impiegate nei vecchi modelli di assistenza residenziale in investimenti generativi di welfare di comunità.
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