Politica

I boschi dell’Aspromonte sono all’ombra dei volontari

Otto associazioni vigilano contro gli incendi. E verranno pagate solo se il Parco sarà preservato dal fuoco

di Redazione

Come combattere gli incendi? Con i volontari. La ricetta è stata lanciata da Tonino Perna, presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte, tra lo scetticismo generale. Ora i numeri gli hanno dato ragione e anche la stampa nazionale ha dovuto raccontare questo piccolo miracolo calabrese.
Il ragionamento seguito da Perna è molto semplice. Invece di intervenire a incendi avvenuti, mobilitando costosissimi mezzi per lo spegnimento (un aereo o un elicottero di una compagnia privata, chiamato in emergenza costa anche 3milioni e mezzo l’ora), perché non affidare a gruppi di volontari la sorveglianza del territorio. Con loro è stato fatto un patto chiaro: il 70% dei soldi pattuiti arriva a fine stagione solo nel caso che la porzione di bosco loro affidata sia stata risparmiata dal fuoco. I volontari, insomma, chiamati a rivestire quel ruolo che sino a qualche decennio fa, era garantito dagli abitanti della montagna. Dopo anni disastrosi (nel 1998 sono andati a fuoco 3.800 ettari), i responsabili sono passati a una strategia diversa: basta la logica dello scaricabarile, al cui terminale c’erano sempre gli onerosi interventi dei mezzi antincendio. L’Aspromonte è stato diviso in otto zone, ciascuna affidata a una diversa associazione di volontariato, che ha il compito di vigilare. Nel contratto con l’amministrazione pubblica è previsto un 30% di anticipo. Il resto è a risultato conseguito. E i termini sono molto severi: il 98,8% del territorio di competenza deve essere stato preservato dal fuoco per avere il restante 70%. Così facendo l’amministrazione pubblica spenderà a fine stagione 400 milioni, completando i pagamenti, come tutti, toccando ferro, si augurano di poter fare. Per avere qualche cifra di paragone, basta ricordare che lo Stato investe ogni anno circa 100 miliardi in una provincia come quella di Reggio Calabria, per spegnere gli incendi. Il Parco dell’Aspromonte è grande un terzo di quella provincia. Fare i conti è semplice: il volontariato in Aspromonte può salvare i boschi e anche le finanze dello Stato.

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