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I borghi suggestivi del Ponente Ligure

di Redazione

Scoprire la Liguria dell’interno è una delle esperienze che lasciano il segno. La nostra meta questa volta ci ha portati nel Ponente estremo, a Ventimiglia, da dove abbiamo virato in direzione Dolceacqua. Andare in questi paesi-cartolina fa riflettere perché vedi ancora l’ostinazione dell’uomo ad abitare i luoghi della propria storia. Qui siamo nella Comunità Intemelia, dove non solo hanno la presunzione di vivere, ma addirittura di fare arrivare gente per innescare quello che si chiama “turismo enogastronomico”, oggetto anche di una Commissione di lavoro istituita presso il ministero per il Turismo.
A questi paesi, dove nasce anche il famoso vino Rossese, il Touring Club ha conferito la bandiera arancione, segno che ci si trova di fronte a borghi suggestivi. Lo sono Dolceacqua col suo ponte romano e il suo castello, lo è Apricale, paese cartolina dove apre le sue porte la grande cucina di Delio. E qui si mangia un piatto classico di queste terre, la capra coi fagioli di Pigna, prossima denominazione comunale di Rocchetta Nervina, altro paese da scoprire, con l’accoglienza dell’hotel Lago Bin. A Castelvittorio, la De.Co. è per il turtun, una torta di verdure di stagione cotta nel forno a legna. E qui c’è un’altra sosta generosa come l’Hotel Terme, o come l’Osteria del Portico con gli siancà col sugo di cinghiale e la torta di patate. A Isolabona risiede uno dei più bravi produttori di olio extravergine di oliva, Paolo Cassini, che quest’anno si è aggiudicato il primo premio del concorso riservato agli oli che nascono su queste altezze. A Perinaldo si va per il carciofo, a Conio per il fagiolo dalla pelle sottilissima, coltivato anche a Pigna e Badalucco. Ma che dire di Dolceacqua dove la De.Co. è la michetta dolce e dove da poco è aperto un ristorante eccezionale, che si sublima col coniglio al forno alla ligure. Si chiama “Osteria dell’Acqua Dolce… quelli che il Tempo Ritrovato” ed è nella via che taglia il paese, dove c’è l’Enoteca Re di Maresa, cui chiedere dei migliori Rossese. Ma non è finita… E San Biagio della Cima e Soldano?

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