Salute

I biglietti empatici per stare più vicino a chi è malato usando le parole giuste

Un’illustratrice americana, guarita da un tumore ha disegnato una collezione di Empathy Cards, letteralmente biglietti empatici, illustrando cosa avrebbe voluto sentirsi dire dagli amici e dalla sua famiglia durante la malattia ed elencando anche quello che invece non avrebbe mai voluto sentire

di Ottavia Spaggiari

Una serie di biglietti empatici, per scegliere le parole giuste quando qualcuno che ci è vicino si ammala, è il progetto lanciato dall’illustratrice americana Emily McDowell, sopravvissuta a una diagnosi del linfoma di Hodgkin al terzo stadio, quando aveva 24 anni. “La maggior parte di noi fatica a trovare le parole giuste quando qualcuno che amiamo si trova ad affrontare una malattia,” scrive Emily McDowell sul suo sito e-commerce. “Ho creato questa collezione di biglietti empatici per malattie gravi perché credo che abbiamo bisogno di modi migliori, più autentici, di comunicare quando si tratta di malattia e sofferenze.”

“Scusa se non mi sono fatto sentire, non sapevo davvero cosa dire”, “Per favore lasciami essere il primo a picchiare la prossima persona che ti dice che tutto accade per una ragione”, “Mi dispiace tanto che ti sia ammalato, prometto che non proverà mai a spacciarti come cura miracolosa qualcosa che ho trovato su internet”, e ancora “Per te ci sono sempre”. Un mix di grafica delicata, tenerezza e molta ironia, dal loro lancio, il 3 maggio, le Empathy Cards, per ora disponibili solo in inglese, stanno andando letteralmente a ruba, tanto che, provando ad acquistarle su sito, si viene avvertiti che visto l’inaspettato numero di richieste, le spedizioni sono momentaneamente rallentate e potrebbe volerci qualche giorno prima di riuscire a riceverle a casa propria. Ogni biglietto costa 4,50 dollari

“La parte più difficile della mia malattia non è stato perdere i capelli, o essere scambiata per un uomo, o il malessere dovuto alla chemio”, scrive McDowell. “La parte più difficile è stato il senso di isolamento e solitudine. Sentivo che molti dei miei amici più stretti e dei membri della mia famiglia non si facevano più sentire perché non sapevano cosa dire, oppure dicevano la cosa più sbagliata senza rendersene conto (…),  Con queste “empathy cards” il mio obiettivo è aiutare le persone a trovare una connessione sincera, vorrei che chi li ricevesse si sentisse considerato, capito e amato.”

Foto: Emily Mc Dowell (http://emilymcdowell.com/)

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