Welfare
I Banchieri dei ricchi insieme per il non profit
Unalleanza inedita per il sociale. Che vede protagonisti il gruppo Ersel e Oltre Venture. Con lo scopo di far crescere il microcredito in Italia...a cura di, Christian Benna
di Redazione
Piccoli prestiti per far grande il terzo settore. Questa è una delle ambizioni di PerMicro, la società di microcredito nata sull?asse Milano-Torino dalla collaborazione di Oltre Venture, la prima società italiana di venture capital sociale fondata alla fine del 2006 da Luciano Balbo, uno dei padri del private equity italiano, e Fondazione Paideia, il braccio filantropico di Ersel, società di gestione di grandi patrimoni di proprietà della famiglia torinese dei Giubergia.
Nella sede torinese di corso Marconi 38 il presidente Corrado Ferretti (imprenditore dell?Ict ed ex fondatore di GFItalia, una società di credito al consumo) assieme all?amministratore delegato Andrea Limone, ex responsabile Progetti Nord Ovest per Banca Etica, stanno già preparando il terreno per settembre, quando la società, appena costituita e che parte con una robusta dotazione di cassa di 600mila euro, sarà pienamente operativa.
«PerMicro farà credito alle baby aziende», dice Andrea Limone, «con un occhio di riguardo per quelle sociali e per i lavoratori svantaggiati che vogliono mettersi in proprio». Il secondo filone è invece dedicato specificamente ai subordinati e parasubordinati del terzo settore, quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese e sono messi alle strette da una precarietà che impedisce loro di progettare un qualsiasi futuro.
«Stiamo prendendo i primi contatti con consorzi, cooperative e fondazioni, per cercare di capire al meglio le esigenze del territorio», continua Limone. «Il minimo comun denominatore del nostro lavoro, infatti, è un?approfondita conoscenza delle aree in cui operiamo. E il dialogo con tutti gli attori del sociale è parte integrante dei programmi di microcredito». Dietro lo sportello di PerMicro ci sono sei dipendenti: «Tutti professionisti, capaci di portare avanti un?istruttoria di credito, individuando le proposte valide e poi accompagnando i piccoli imprenditori nella fase di start up».
Tempestività, efficienza e autosostenibilità. Questi sono i pilastri su cui PerMicro conta di costruire la propria credibilità. E non solo a Torino, perché l?obiettivo è di approdare, nel giro di qualche anno, in almeno altre sei piazze italiane. E poi Andrea Limone precisa: «Vogliamo dar vita a un?iniziativa capace di stare in piedi da sola. Il nostro approccio segue la logica di mercato: quindi risorse proprie per lo sviluppo ma anche tassi d?interesse molto competitivi. L?importo del credito, il tipo di garanzie richieste e i clienti tuttavia sono diversi. Cerchiamo infatti di intercettare persone o associazioni normalmente escluse dal circuito bancario». Del resto l?iniziativa PerMicro è molto simile a quello di Mohammad Yunus, Nobel per la pace e inventore del microcredito su larga scala, anche se riadattato al contesto italiano. L?importo del finanziamento appunto è ?micro? e non supererà il tetto dei 15mila euro. La garanzia del ritorno del prestito poggia tutta sul concetto di rete, ovvero sulla fiducia accordata alla comunità di riferimento, sia essa la parrocchia, la cooperativa o l?associazione etnica di appartenenza.
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