Welfare

I bambini giocano anche in carcere grazie a “Progetto Tonino”

Un progetto sociale pilota nell'Istituto Penitenziario di Secondigliano di Napoli a favore dei più piccoli, per "umanizzare" il carcere e per imparare a socializzare

di Gabriella Meroni

Grazie all’Assessorato alla Dignità del Comune di Napoli, l’Istituto Penitenziario di Secondigliano di Napoli e allo sforzo congiunto di alcuni importanti enti non profit della Regione Campania come la Caritas Diocesana di Napoli (ideatrice del progetto) diretta da Mons. Vincenzo Mango, l’Associazione “Regina Pacis” di Giugliano (ente capofila) guidata da Don Raffaele Grimaldi e il Centro “La Tenda” di Napoli di Don Antonio Vitiello dal mese di dicembre 2000, all’interno dell’Istituto Penitenziario di Secondigliano, si svolgono le attività del Progetto “Tonino”, un programma sperimentale annuale, unico nel suo genere in Italia, di intervento per i bambini e i familiari dei detenuti che quotidianamente si recano presso l’Istituto Penitenziario di Secondigliano. Il progetto mira alla creazione permanente di uno spazio ludico-ricreativo e di uno sportello di orientamento per le famiglie, si fonda sui princìpi della legge 285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza” e ribadisce l’esigenza di “umanizzare” il carcere attraverso attività per i bambini. “Tonino” finanziato grazie alla L.285/97 offre ai “cittadini in crescita”, dai 3 ai 10 anni, concrete possibilità espressive, creative e ludiche, di socializzazione e di aggregazione. Grazie al contributo di operatori sociali e psicologi, i bambini hanno la possibilità di giocare liberamente dimenticando il “luogo” in cui si trovano. Nei pressi della sala dei colloqui lo spazio ludico ricreativo “Tonino” accoglie mensilmente circa 350 bambini offrendo loro la possibilità di svolgere attività ricreative e ludiche. Le attività ludico ricreative si svolgono per cinque giorni settimanali, dalle ore 9 alle 12,30, mentre lo sportello di orientamento per le famiglie è attivo per due giorni, il lunedi e il giovedi, dalle ore 9,00 alle ore 13,00. “Riconoscere la centralità del bambino anche nel carcere – afferma Mons. Vincenzo Mango, direttore della Caritas Diocesana di Napoli – significa ragionare su una realtà più complessa rispetto a quanto siamo soliti fare noi adulti, un sistema di relazioni tra persone, luoghi del vivere e del sentire, pensieri ed idee; significa ripensare e umanizzare l’Istituto Penitenziario di Secondigliano, considerando anche i cittadini più piccoli”. “Lo scopo è quello di far sì che le bambine e i bambini “imparino” anche nel carcere – continua Don Raffaele Grimaldi, presidente dell’Associazione Regina Pacis di Giugliano e cappellano del Carcere – che esistono dei valori importanti. Per raggiungere questo scopo devono essere garantite alcune condizioni di “sfondo” quali un ambiente ludico sicuro e sano, l’accesso alle opportunità ricreative, garantendo condizioni di socializzazione”. “Sostenere i bambini e le bambine – afferma lo psicologo e coordinatore del progetto Giuseppe Errico – significa garantire il diritto al gioco e alla socializzazione, partendo da un’ipotesi di fondo secondo la quale i bambini e le bambine sono da considerare un gruppo sociale importante”.


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