Salute

I bambini arrivano in Italia

Si chiama Orto dei sogni l’associazione che, ad agosto, porterà in Italia alcuni bambini vittime della disastro nucleare che ha colpito il Giappone un anno fa.

di Carmen Morrone

«L’orto come luogo in cui coltivare la vita, in cui crescere», dice Claudio Carta, fondatore dell’associazione insieme alla moglie la giornalista Kayo Tokunaga e all’imprenditrice Morimi Kobayashi, alla consulente Anna Mignani e alla direttrice marketing di Invista Japan Sachiyo Tokunaga. «I bambini ospiti del progetto avranno proprio un orto da curare. E’ una delle attività che faranno una volta arrivati in Italia».

I piccoli giapponesi soggiorneranno a sant’Anna Marriubiu, a qualche km da Oristano. «Abbiamo scelto la Sardegna perché è la mia terra d’origine – dice Claudio Carta- ma anche perchè è un ambiente naturale da cui questi bambini potranno trarre un gran beneficio per la loro salute. Saranno ospiti per il mese di agosto e potranno mangiare buon cibo, giocare all’aria aperta, fare bagni in mare, fare passeggiate in montagna. Finalmente senza mascherine che nelle zone attorno a Fukushima sono costretti ancora a portare».

Su mille bambini, il 45% ha disfunzioni alla tiroide, altri hanno problemi al sistema immunitario, altri ancora hanno carenze alimentari. «All’arrivo in Italia saranno sottoposti a un check up grazie al lavoro volontario di alcuni medici. Da qui sarà formulata una dieta per ciascun bambino. In ogni caso tutti mangeranno cibi biologici, freschi, del territorio».

Gli ospiti del progetto saranno una quindicina. «Sono scelti grazie all’aiuto della associazione Npo Corporation center che in Giappone opera per la tutela dell’infanzia. Saranno questi nostri partner a segnalarci i bambini, fra i 6 e i 12 anni, più bisognosi, fra quelli orfani e quelli  che pur avendo una famiglia vivono in condizioni di povertà e disagio».

 «I bambini vivranno tutti insieme in una struttura messa a disposizione dalla Diocesi di Oristano e dalla locale Caritas. Saranno seguiti da noi e dai volontari italiani e anche giapponesi: nostri amici che hanno vissuto in Italia e che torneranno per l’occasione. Ci daranno un mano per facilitare il dialogo- visto che parlano giapponese e conoscono l’italiano- anche con i bambini sardi coinvolti nel progetto».

 «Non c’è un programma giornaliero. Vogliamo che i bambini vivano la giornata secondo i loro ritmi, in pieno relax, anche se organizzeremo delle attività come camminate, passeggiate a piedi e a cavallo. Inoltre si occuperanno della cura dell’orto, della raccolta dei prodotti e della loro preparazione in cucina».

«Per questo primo anno di soggiorno abbiamo previsto un budget di 50 mila euro. Ci stanno dando una mano molti privati e alcune aziende del  territorio di Oristano che hanno subito  sposato l’obiettivo del progetto. Alcune di queste forniranno alcuni cibi per la mensa. Come associazione continuiamo a organizzare eventi per la raccolta fondi. L’ultima iniziativa è stata la vendita di sushi “benefico”».

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