Mondo

I 5 posti peggiori al mondo in cui lavorare

L’International Trade Union Confederation (ITUC) pubblica l’Indice dei diritti globali e denuncia i Paesi in cui i diritti dei lavoratori vengono violati sistematicamente

di Ottavia Spaggiari

Sono la libertà di associazione e autorganizzazione, il diritto allo sciopero e la possibilità di contrattazione con i datori di lavoro, alcuni degli indicatori utilizzati dall’ International Trade Union Confederation (ITUC) nel rapporto sulla situazione dei lavoratori a livello globale. L’ITUC ha analizzato 139 paesi arrivando ad attribuire una categoria su una scala da 1(i paesi più virtuosi) a 5+ (i paesi in cui la situazione dei lavoratori tocca livelli drammatici).

Tra le nazioni in cui i lavoratori godono delle migliori condizioni, la Danimarca, la Norvegia, la Lituania e anche l’Italia, che supera la Spagna (seconda categoria). Tra i paesi in cui l’organizzazione sindacale e la tutela dei diritti è più fragile, gli Stati Uniti (quarta categoria), seguiti dall’India, dalla Nigeria e dalla Turchia (quinta categoria).

I paesi peggiori per i lavoratori secondo l’indicizzazione dell’ITUC sono però quelli classificati come 5+. Si tratta di territori in cui la tutela dei diritti è messa a repentaglio da una fragilissima situazione politica, economica e sociale e da gravissime situazioni di conflitto.  Ecco quali sono:

1.    Repubblica Centrafricana

Si è guadagnato di default il rating peggiore, 5+,  la Repubblica Centrafricana , il Paese colpito da uno dei conflitti più violenti degli ultimi anni nel Continente. Lo scontro tra cristiani e musulmani, arrivato al culmine con la presa della capitale da parte dei ribelli Seleka e l’imposizione del leader Michel Djotodia, dopo la  campagna militare contro il presidente François Bozizé, nel marzo 2013. L’esacalation di violenza del conflitto tra i Seleka e le forze pro-Bozizé a cui si sono unite anche le milizie di autodifesa contro i ribelli musulmani è costato alla popolazione civile centinaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati. Riferendosi al conflitto, l’ONU ha parlato di genocidio. Lo scorso aprile l’Unione Europea ha inviato nel Paese 14 mila caschi blu e la Francia ha inviato un contingente militare.  A inizio 2014, data la situazione incontrollabile, Djotodia, è stato costretto a dimettersi. Al suo posto un governo provvisorio guidato dalla presidente Catherine Samba-Panza, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente. L’indice di sviluppo umano del paese è 0,384, che posiziona il Centrafrica al 171º posto su 177 paesi tra quelli a più basso indice di sviluppo umano.

2.    Libia

Rimane tra i Paesi peggiori per il lavoratori anche la Libia, in cui la difficile situazione dei lavoratori e dei civili in generale, è resa quotidianamente ancora più complicata dalla fragilissima situazione politica. Tra le violazioni dei diritti più gravi, registrate dall’ITUC nell’ultimo anno, lo sciopero degli operai dell’industria petrolifera per ottenere salari e condizioni di lavoro migliori. Lo sciopero della scorsa estate avrebbe potuto bloccare la produzione e la distribuzione del petrolio nei centri di Ras Lanuf, Sedra, Brega e Zoueitina, sulla costa centrale ed  è stato bloccayo dopo che il governo aveva minacciato l’intervento dell’esercito. Costretti alle condizioni peggiori, secondo l'ITUC, i lavoratori immigrati dall'Africa subsahariana, vittime di discriminazioni, abusi e ituazioni di sfruttamento gravissime, come ha denunciato il World Report di Human Rights Watch.

3.    Palestina

Nel Paese lo sciopero per i lavoratori è vietato. Recentemente il viceministro dell’istruzione ha risposto ai tentativi di sciopero degli insegnanti, costringendoli ad un nuovo orario speciale per recuperare le ore di lavoro mancate. La situazione è particolarmente difficile per le donne, una minoranza, appena il 15% della forza lavoro del Paese, che arrivano a malapena a guadagnare il 60% dei propri corrispettivi maschili. I settori in cui la forza lavoro è prevalentemente femminile, sono caratterizzati non per niente  da salari medi molto più bassi. I problemi di sicurezza, tutela e di discriminazione anche culturale, continuano ad essere un deterrente per l’ingresso delle donne nella forza lavoro del Paese.

4.  Sudan del Sud

Una situazione politica fragilissima che si riflette nella precarietà dei diritti umani e dei lavoratori. L’ITUC ha denunciato recentemente la sospensione di qualsiasi attività del sindacato dei lavoratori, da parte del governo di Warrap State, uno dei dieci stati che compongono il Paese. Il sindacato aveva protestato per la decisione governativa di trattenere una giornata di paga dei lavoratori per raccogliere fondi a favore dell'evento Greater Bahr el Ghazal, una manifestazione sportiva.

5.    Ucraina

Da alcuni anni, l’ITUC ha riportato diversi episodi di ostruzionismo alle attività di autorganizzazione e alla tutela dei diritti dei lavoratori. Il tracollo che è valso all'Ucraina il rating di 5+ è dato dall’escalation di tensione e  violenza che ha portato il paese sul baratro della guerra civile. 

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