Non profit
I 2 miliardi del Fondo Investimenti per l’Abitare un tesoretto per l’housing all’italiana
di Redazione
Il Fia – Fondo investimenti per l’abitare è il fondo immobiliare nazionale del Sistema integrato di fondi (SIF), una delle linee di intervento del Piano Casa. Il suo scopo è di incrementare l’offerta di alloggi sociali sul territorio e i relativi servizi, mediante modalità di attuazione e risorse private. In effetti, dei 2 miliardi di euro di patrimonio del fondo, sono solo 140 milioni le risorse pubbliche sottoscritte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La componente principale è invece privata ed è sottoscritta, oltre che dalla Cassa depositi e prestiti, da gruppi bancari e assicurativi e da casse di previdenza private.
La mobilitazione di capitali privati, anche a livello locale, è resa possibile dal fatto che l’utenza cui l’edilizia privata sociale si rivolge è una fascia di popolazione che, sebbene non sia in grado di accedere al libero mercato, può sostenere il pagamento di canoni calmierati o di prezzi convenzionati di acquisto della casa. In questo contesto e in analogia con altri Paesi europei dove da tempo si è sviluppato un mercato dell’edilizia privata sociale, il Sistema integrato di fondi, di cui il Fia è il fulcro, persegue l’obiettivo di sviluppare anche in Italia il settore del limited profit housing, che è finanziato con investimenti privati a rendimenti etici e si colloca tra il settore dell’edilizia residenziale pubblica, per le fasce di reddito svantaggiate, e l’edilizia libera, finanziata e fruita a condizioni di mercato. E così, anche in Italia, i sottoscrittori del Fia e, man mano che si sviluppano gli investimenti sul territorio, i sottoscrittori dei fondi locali si sono orientati verso investimenti etici, accettando rendimenti obiettivo inferiori a quelli di mercato per perseguire finalità sociali. Il Fia, in relazione alla lunga durata ? 30 anni ? ad attese di rendimento contenute e alla possibilità di intervenire con quote di partecipazione rilevanti nelle iniziative locali, è l’attore principale di questo nuovo settore e dovrebbe favorire la ricostituzione nel Paese di patrimoni residenziali a prezzi accessibili. In relazione poi alla propria natura privata, il Fia e i fondi locali del Sistema integrato di fondi potranno contribuire a superare alcune rigidità e inerzie collegate alle procedure pubblicistiche che hanno caratterizzato l’edilizia sociale, soprattutto in questi ultimi anni. Per esempio applicando standard dimensionali, economici e di qualità migliori e realizzando programmi in grado di assicurare un’offerta differenziata per diverse categorie della domanda (giovani coppie, famiglie con un solo genitore, anziani, lavoratori temporanei, studenti ecc.), dell’offerta (alloggi in vendita, a riscatto, in locazione), in ambiti caratterizzati da mixité urbana e sociale (residenza convenzionata, libera, altre funzioni), integrati con i servizi (asili, commercio di prossimità, palestre, spazi comuni per la socialità). E, soprattutto, ai fini della gestione degli interventi, promuovendo un mercato di operatori più strutturato e professionale di quello attuale che, oltre alle tradizionali attività immobiliari (property, building, facility management), comprenda anche la dimensione sociale. Affinché i gestori dell’edilizia privata sociale sappiano svolgere attività di accompagnamento e di responsabilizzazione degli inquilini nella conduzione degli immobili e del quartiere e sappiano svolgere funzioni di interlocuzione, mediazione sociale e culturale finalizzate a prevenire conflitti e tensioni all’interno delle comunità e con la proprietà degli immobili. In tale ambito, si aprono potenziali opportunità per il settore non profit.
La società di gestione
Cdpi sgr – Cdp Investimenti sgr è la società di gestione del risparmio costituita da Cassa depositi e prestiti con Abi e Acri per gestire il Fia. Destinataria dei vari interventi è la cosiddetta “fascia grigia”, composta da famiglie a basso reddito, giovani coppie, anziani, studenti, immigrati
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