Famiglia

Housing sociale. La casa sociale

sos abitazione. Come uscire dall’emergenza

di Redazione

Effetto sasso nello stagno. Il proclama pre-elettorale del tandem Berlusconi-Brunetta «una casa per tutti», poi ridotto a «una casa popolare per 500mila famiglie», ha avuto un merito indiscutibile: accendere i riflettori su un?emergenza clamorosa, che fino ad ora non aveva trovato spazio nell?agenda politica del Palazzo. Tolto il silenziatore, Ferruccio Rossini, segretario generale del Sicet, ha potuto affermare pubblicamente che «per risolvere il ?problema casa? è improcrastinabile il blocco degli sfratti per 100mila famiglie». Il Cgia di Mestre ha diffuso uno studio che denuncia come la Finanziaria 2006 assegni appena 667 euro alle giovani coppie che acquistano casa. Le centrali cooperative, Federabitazione-Confcooperative e Ancab-Legacoop, in rappresentanza di 600mila famiglie hanno evidenziato i punti di criticità del mercato, «l?aumento del numero delle famiglie, il lievitare dei prezzi delle case e dei canoni di affitto, il crescente numero di immigrati e l?innalzamento dell?età media della popolazione», denunciando poi «il dimezzamento del piano di 20mila alloggi in affitto concordato col governo, la mancata erogazione delle risorse stanziate per gli alloggi a canone speciale, la cancellazione dei fondi per gli alloggi sperimentali per gli anziani e la riduzione del budget per il sostegno ai canoni di locazione».

«Non facciamo comfusione: si deve fare una distinzione fra due diverse emergenze», chiarisce Giovanni Libero, responsabile delle politiche abitative della Cisl. «L?emergenza storica di circa due milioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica – oggi ce ne sono meno di 800mila – e la nuova emergenza che coinvolge il ceto medio». Il secondo allarme, oltre a costituire un fenomeno inedito è anche molto più esteso. «L?80% del bisogno abitativo oggi è rappresentato da quella fascia di popolazione che non ha diritto alla casa pubblica, ma non riesce a sostenere i prezzi di mercato», spiega la Cisl. E a poco vale la considerazione che solo il 19% degli italiani non possiede un?abitazione: «Chi paga un mutuo fatica ad arrivare a fine mese».
Fin qui il cahier de doléances. Ma quali sono le soluzioni possibili? Secondo Libero, il cavallo su cui puntare sono «i progetti misti pubblico-privato, con l?integrazione delle realtà del terzo settore nei casi in cui la necessità di un intervento sociale è più acuta». Negli Stati Uniti, lo spiega Fabio Terragni, e nei Paesi del Nord Europa (in Gran Bretagna rappresenta il 22% del mercato residenziale, in Olanda addirittura il 36%) l?housing sociale è considerato la carta vincente per lo sviluppo economico del territorio, in Italia invece scontiamo un forte ritardo (siamo fermi al 5%), ma, a ben guardare, qualcosa si sta muovendo. Tante piccole esperienze a cui Vita ha offerto una vetrina, come nel caso delle iniziative di autocostruzione. Quello che offriamo ai lettori questa settimana è dunque il panel ristretto di sei esperienze pilota che senza la pretesa di voler risolvere la questione casa a livello globale, stanno offrendo risposte concrete a bisogni specifici.

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