Welfare
Housing sociale ecco la road map del Piemonte
Molte novità, tra cui il mutuo sociale
Sulla carta è un testo unico. Una raccolta, in sostanza, di leggi vecchie e nuove in materia di case popolari. Nella pratica è molto di più di una semplice collazione di articoli sparsi di legge. Un vero e proprio cantiere, anzi, di disposizioni innovative. Le norme in materia di edilizia sociale (legge 3/2010), approvate dal Consiglio regionale del Piemonte dopo un lungo tira e molla fra maggioranza e opposizione e fra gli stessi partiti del centrosinistra, intervengono infatti sia sui temi classici del social housing come i requisiti per l’accesso al bando di concorso, i canoni di affitto, le norme per l’assegnazione o la vendita delle case popolari che su aspetti finora mai disciplinati come il mutuo sociale per l’acquisto della casa.
Frutto, quest’ultimo, di un emendamento proposto dal consigliere Pdl, Gian Luca Vignale a sostegno delle famiglie a basso reddito. Si tratta di una formula introdotta per la prima volta in Italia che prevede l’utilizzo, da parte delle agenzie territoriali per la casa regionali, del 20% dei fondi destinati agli alloggi sociali. Sarà possibile comprare l’abitazione versando un canone di riscatto determinato in base alle condizioni economiche della famiglia e senza interessi. L’affittuario, al termine del pagamento delle rate, diventerà proprietario dell’immobile.
Sostanzioso il pacchetto di norme innovative votato dalla maggioranza di centrosinistra. Innanzitutto sui requisiti d’accesso. Sia gli italiani che gli stranieri potranno concorrere all’assegnazione dopo tre anni di residenza o di lavoro nel Comune che ha emesso il bando oppure in una città dello stesso ambito territoriale. I municipi, se vorranno, potranno tuttavia prolungare il periodo di residenza richiesto di altri due anni portandolo a cinque. Sempre in tema di requisiti economici il Testo unico introduce l’Isee, prevede che ai fini del “redditometro” il personale di assistenza (badanti) non concorra alla formazione dell’Isee del nucleo e, infine, aumenta la soglia di reddito richiesto ai candidati agli alloggi pubblici.
Altra novità rilevante è l’apertura alle coppie di fatto. Il Piemonte, infatti, ha riconosciuto l’accesso alle case popolari anche alle coppie anagrafiche. Nuovi paletti, poi, per l’alienazione degli alloggi. Sarà predisposto un unico piano di vendita regionale da aggiornare annualmente. Le proposte di vendita saranno limitate al patrimonio più vecchio (con almeno 30 anni) e avranno un prezzo di vendita dato dalla rendita catastale moltiplicata per 150. Le case costeranno di più rispetto al passato ma gli acquirenti potranno beneficiare di uno sconto sul prezzo pari all’1% per ogni anno di vetustà dell’immobile (a partire dal 31esimo anno) per un massimo del 15%. La nuova legge piemontese stabilisce inoltre il reimpiego dei proventi delle alienazioni nel social housing.
Fra le numerose disposizioni ha trovato spazio anche la sanatoria per gli sfratti causati da morosità incolpevole. Il Testo unico sull’edilizia sociale, last but not least, introduce norme a favore delle persone disabili. Con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo degli alloggi privi di barriere architettoniche sarà favorita la mobilità nell’assegnazione degli alloggi anche tra Comuni di province diverse.
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