Cultura

Honduras: ucciso un membro della Caritas

Carlos Arturo Reyes Méndez faceva parte di un movimento ambientalista capitanato da padre Andrés Tamayo, in questi giorni in visita in Italia

di Redazione

Carlos Arturo Reyes Méndez, membro della Pastorale sociale-Caritas di Juticalpa e dirigente del Movimento ambientalista di Olancho, è stato ucciso venerdì 18 luglio nel villaggio di El Rosario, pochi giorni dopo l?arrivo in Italia di padre Andrés Tamayo, il sacerdote alla guida del movimento ambientalista.

Giovedì 24 luglio padre Tamayo sarà a Roma, in visita alla Caritas Italiana, dopo gli incontri nei giorni scorsi con le Caritas diocesane di Milano, Genova e Padova e con operatori pastorali, giornalisti e gruppi della società civile attivi nelle tre città.

Padre Tamajo – 47 anni, salvadoregno, ?allievo? di monsignor Romero, parroco de Salamá nella diocesi di Juticalpa – ha dovuto lasciare l?Honduras il 27 giugno, al termine della ?Marcha por la defensa de la vida? che aveva percorso il paese da Juticalpa alla capitale Tegucigalpa. Una marcia di duecento chilometri, con 30 mila partecipanti, che è durata sette giorni ed ha espresso la protesta di tanti contadini, gente semplice e povera, contro il taglio massiccio e indiscriminato dei boschi del dipartimento di Olancho, ?riserva? forestale del paese. La manifestazione ha rappresentato il momento culminante dell?attività che il Movimento ambientalista di Olancho, fondato da padre Tamayo, conduce da anni per denunciare i problemi ambientali e sociali prodotti dall?aggressione alle risorse forestali, per gettare luce sulle dinamiche e le connessioni che la alimentano. Informazione e coscientizzazione che interferiscono con gli interessi delle imprese nazionali e multinazionali impegnate nel taglio dei boschi, per commercializzare il legno, diretto ai mercati di Stati Uniti, Canada, paesi Caraibici, Europa, ed estrarre le risorse minerarie di cui la regione è ricca. Rimangono solo 2,5 milioni di ettari di bosco naturale rispetto ai 7,5 originari e ogni giorno a Olancho sono all?opera circa 10 mila motoseghe, che producono un taglio annuale di 150 mila ettari.

Gli effetti ambientali e sociali di tale pratica sono devastanti: inaridimento dei suoli, innalzamento delle temperature, dispersione delle falde acquifere, maggior esposizione dei terreni a frane e smottamenti. La grave carenza di acqua penalizza il consumo delle comunità locali, ma anche l?irrigazione delle colture.

I contadini, di conseguenza, soffrono la riduzione delle aree di coltura e la perdita dei raccolti, devono accrescere l?uso di fertilizzanti che a lungo andare impoveriscono i suoli, vivono il dramma dell?emigrazione forzata e dell?aumento della criminalità connesso alla mancanza di lavoro. Si calcola che, nell?ultimo decennio, sia stato disperso il 62,3% delle risorse di acqua dolce della regione, i raccolti si siano ridotti della metà, il 50% della popolazione sia stata costretta ad andarsene e l?80% si sia ulteriormente impoverita.

La Chiesa è vicina alle persone e alle comunità colpite da questi processi.
Il cardinale Oscar Andrés Rodriguez, arcivescovo di Tegucigalpa, e monsignor Mauro Muldoon, vescovo di Jutigalpa, hanno partecipato agli ultimi chilometri della ?Marcia per la vita? e hanno assicurato la loro intermediazione presso il governo. Ora l?assassinio di Carlos Arturo Reyes Méndez torna a gettare una luce drammatica sulla vicenda che in passato ha causato la morte di altri attivisti.

?Io stesso ho subito sei attentati ? ricorda p. Tamayo ? Ho lasciato l?Honduras, dopo la marcia, per ragioni di sicurezza. Ma a fine mese ci tornerò, per condividere le sofferenze e le lotte del popolo di Olancho. Tutti ormai hanno preso coscienza; quando le imprese arrivano per tagliare i boschi, si oppongono e prendono le difese della natura, che è la loro vita?.

Nel sottolineare la gravità della situazione, la Caritas sollecita l?attenzione dell?opinione pubblica mondiale su questo problema. Caritas Honduras ? attraverso un documento inviato al Presidente della Repubblica Ricardo Maduro – ha espresso forti preoccupazioni ed ha chiesto al governo honduregno di fare il possibile per porre fine a questa catena di sangue e violenze, proteggendo la popolazione da attacchi e ritorsioni, e garantendo il bene comune e il rispetto dei diritti fondamentali di ognuno.
Caritas Italiana, in attesa dell?incontro con padre Tamayo, esprime vicinanza nella preghiera ai familiari di ?Turo? Mendez. Un nostro operatore, presente sul posto, ha fatto visita alla famiglia come segno di solidarietà per tutte le vittime. Solidarietà e vicinanza che hanno radici nel tempo e si concretizzano in una collaborazione decennale con Caritas Honduras. In seguito all?uragano Mitch, che nel ?98 colpì molte regioni del Centro America, Caritas Italiana ha rafforzato i rapporti di cooperazione. Dopo l?intervento nella difficile fase dell?emergenza, in collegamento con le Caritas locali e con la rete internazionale, grazie alla collaborazione di molte realtà diocesane italiane e all?invio di operatori, caschi bianchi e volontari (otto persone nel 2002), ha sostenuto le organizzazioni di base impegnate nell?educazione delle persone, nella tutela dei diritti umani, nella lotta per la terra e per la salvaguardia dell?ambiente, nella difesa delle comunità e della cultura indigene.

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