Volontariato

Homer commuove Venezia

Il mondo segregato ma ricco di affetti degli orfanotrofi, la viltà dei genitori che abbandonano i figli, l’ipocrisia delle coppie adottive. Dramma e poesia si mescolano nelle storie dei protagonisti

di Antonio Autieri

Come si cresce senza genitori? Uno sguardo poetico, ma che non tralascia le durezze di un?infanzia e una giovinezza difficili, ci viene da The Cider House Rules, in concorso al Festival di Venezia. Il film diretto dallo svedese ormai americanizzato Lasse Hallstrom (suo fu Buon compleanno mister Grape, con l?allora sconosciuto Di Caprio eccezionale nei panni di un handicappato) è basato sull?omonimo romanzo dello scrittore di best-sellers John Irving, che ha personalmente adattato la sceneggiatura dal suo testo.
The Cider House Rules è la storia di formazione del giovane Homer Wells, che vive dalla nascita nell?orfanotrofio di St.Cloudís, nel Maine, sotto l?amorosa e protettiva tutela del dottor Wilbur Larch. Larch (interpretato dal grande Michael Caine) è un uomo che ha fatto della cura, non solo medica, ad orfani e abbandonati la sua missione. Gli ospiti di St.Cloudís, infatti, sono per la maggior parte abbandonati da genitori che non hanno il coraggio di tenerseli. Lo stesso Homer, fa capire il film, è uno di questi: e come tanti ospiti della casa, viene rifiutato per due volte da potenziali genitori adottivi. Adottato due volte, restituito due volte: in quel momento il dottor Larch decide che il mondo di Homer sarà l?orfanotrofio; da qui Homer, che non ha alcuna nostalgia dei genitori mai conosciuti («hanno deciso loro di non esserlo») se ne andrà solo molti anni più tardi, spezzando il cuore del dottore che si è dedicato generosamente a lui, educandolo nella medicina e insegnandogli la sua personale visione della vita ma senza lasciarlo veramente libero. All?improvviso scatta in lui la voglia di vedere com?è fatto il mondo esterno, una curiosità più forte di ogni protezione che gli farà vedere per la prima volta l?oceano, che gli farà vivere il primo amore, che lo farà scontrare con drammi e violenze.
The Cider House Rules, ambientato in uno scorcio rurale dell?America tra gli anni Trenta e Quaranta, è senza dubbio un classico film hollywoodiano, con i suoi pregi e i suoi difetti, che punta alla commozione talvolta troppo facile a scapito del realismo, che indulge sulle frasi sentenziose e sulle musiche grondanti sentimento. Aspetti che, a seconda della disposizione del momento, possono coinvolgere o fortemente irritare. Tuttavia, soprattutto nella prima parte dedicata alla descrizione dell?orfanotrofio di St.Cloudís, illustra con partecipazione ma anche gustosi tocchi di affettuosa ironia la vita dei piccoli ospiti, che trepidano in attesa che qualche famiglia decida di adottarli ma che con il vecchio Larch e le sue infermiere hanno costituito una comunità sui generis. E così, se a ogni visita tutti si mettono speranzosamente in mostra , al momento della scelta e del distacco del prescelto si avverte non solo la delusione per essere stati in qualche modo respinti un?altra volta, ma anche il malinconico strappo da uno ?di loro?. E una delle scene più significative è proprio quella in cui una coppia di sposi si reca a St.Cloudís per scegliere un bambino dopo una veloce rassegna di ciò che ?offre la casa?. Subito bollati da un?adolescente che riconosce al volo di che tipi siano: «tanto quelli scelgono un neonato».L?attenzione dell?autore si concentra sul ?candido? Homer, la cui esperienza di vita fa sviluppare una particolare sensibilità e cordialità nei confronti degli altri, e in generale sulla psicologia di chi si sente defraudato dell?affetto più prezioso; in più occasioni, però, il film si sofferma anche su chi sta dall?altra parte, i genitori che non hanno il coraggio di tenersi le creature che hanno messo al mondo. Anche nel versante decisamente più drammatico dell?aborto: diventato grande Homer diventa assistente, medico sul campo, del dottor Larch, ma con una decisa avversione ad aiutarlo in quella pratica che disapprova e una decisa predilezione per il momento del parto.Una parola infine sul titolo che fa riferimento ad una serie di regole illogiche affisse in una ?Casa del sidro?: è lì che Homer va a vivere dopo aver abbandonato St.Cloudís, con altri lavoratori stagionali addetti alla raccolta delle mele. Da lì un giorno deciderà di tornare all?orfanotrofio, per raccogliere forse l?eredità del vecchio dottore.

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