Assistenza domiciliare

Home Care Premium, la protesta della Sardegna arriva alla ministra Calderone e in Parlamento

Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci hanno scritto una lettera alla ministra del Lavoro e delle politiche sociali e ai vertici dell'Inps, chiedendo di bloccare gli stravolgimenti del bando 2025-2028 che taglia i servizi delle cooperative sociali. A rischio centinaia di posti di lavoro e qualità della vita degli 8.000 utenti e dei loro caregiver. Protestano anche Regione Sardegna e Anci

di Luigi Alfonso

«Fermatevi e tornate indietro». Lo chiedono in una nota i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, le direzioni regionali di Federsolidarietà-Confcooperative, Legacoopsociali e Agci alla ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, alle commissioni parlamentari Lavoro e politiche sociali di Camera e Senato, al direttore generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, al direttore centrale dello stesso Istituto di previdenza sociale, Giorgio Fiorino, e al direttore regionale di Inps Sardegna, Francesco Ciro Di Bernardo. Allo stesso tempo è partita una petizione popolare che vede in prima linea anche i familiari degli assistiti dal bando Home Care Premium 2025-2028, l’Anci e la Regione Sardegna. Quest’ultima, attraverso la direzione generale dell’assessorato dell’Igiene, sanità e assistenza sociale, sta per inviare una richiesta formale all’Inps Sardegna. Pare che anche altre amministrazioni regionali stiano facendo altrettanto.

L’incontro che si è tenuto a Cagliari nei giorni scorsi sull’Home Care Premium

«Sappiate che non intendiamo permettervi di andare in questa direzione», avvertono le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, giunte a questa decisione dopo un confronto pubblico che si è tenuto nei giorni scorsi. «Nella nostra veste di lavoratrici e lavoratori della pubblica amministrazione, del Terzo settore e delle collaborazioni familiari, di pensionate e pensionati, di utenti dei servizi dell’Home Care Premium e dei loro familiari e, infine, come cittadini, da ogni città e da ogni paese della Sardegna, vi esprimiamo la nostra assoluta contrarietà agli stravolgimenti operati dal bando 2025-2028 del progetto Home Care Premium – Assistenza domiciliare dell’Inps».

«Da una valutazione comparativa tra l’art. 17 del nuovo bando e l’art. 21 del precedente, emerge che le prestazioni finora previste e non proseguibili coinvolgono alcuni degli interventi più rilevanti tra quelli richiesti a tutela dell’utenza beneficiaria, stimata solo in Sardegna in circa ottomila persone, quali l’assistenza domiciliare svolta da operatori sociosanitari, i servizi di sollievo per i caregiver, l’accesso a strutture extra domiciliari ed i servizi di trasporto assistito», prosegue la nota. «Abbiamo svolto molte discussioni nelle nostre famiglie, nei servizi sociali comunali, nelle nostre cooperative sociali incaricate della gestione dei servizi, nelle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei pensionati, sforzandoci di analizzare e comprendere le ragioni di questi tagli. Non abbiamo trovato una sola motivazione che sia comprensibile, ragionevole e condivisibile. Mentre siamo in grado di dimostrare l’iniquità, l’assurdità, la mancanza di adesione ai bisogni delle persone che caratterizzano il nuovo bando».

Antonello Pili, presidente di Federsolidarietà Sardegna, all’incontro di Cagliari

«È evidente che, per quanto il progetto Hcp cercasse di dare una risposta solo integrativa, esso è fino ad oggi utile, necessario ed irrinunciabile, in un contesto di gravi carenze nei servizi del welfare assistenziale domiciliare in tutta la Sardegna e, temiamo, nel Paese. Questi tagli – se confermati – produrranno solo nella nostra regione centinaia di licenziamenti, la pesante riduzione degli orari di lavoro di moltissime qualificate operatrici della cura, dell’assistenza e dell’educazione, e il loro spostamento dall’impiego attivo al ricorso agli ammortizzatori sociali. Come ogni misura che intacca il welfare, gli effetti si calano con cinismo particolare sulle lavoratrici, discriminando direttamente e indirettamente il lavoro delle donne e la loro autonomia. Sono le donne, infatti, le prime vittime di questi tagli, sia come familiari di utenti che vengono abbandonati dai servizi sia come lavoratrici che quelle prestazioni erogano, nei servizi sociali dei Comuni e nel Terzo settore. E saranno le donne anziane e le pensionate, in particolare, a sostenere il carico che si riverserà sulle loro famiglie, per consentire alle proprie figlie e ai propri figli di continuare a lavorare».

L’intervento di Andrea Pianu (Legacoopsociali)

I firmatari chiedono di «procedere, con la massima tempestività, alle necessarie rettifiche del bando e a reintegrare le misure oggi cancellate. Siamo perfettamente consapevoli che, nella nostra regione, occorre un’ampia e profonda azione di riqualificazione del welfare e di tutela e valorizzazione del lavoro nella cura. Pensiamo che occorra intervenire, tra molti e diversi temi, per rafforzare la diffusione e la qualità dei servizi di assistenza domiciliare, delle cure domiciliari integrate e del sistema dei servizi sociali e sanitari territoriali, promuovendone la corretta integrazione. Al centro di tale opera di rinnovamento devono essere posti i diritti delle persone di ogni età, il senso e il valore del lavoro, il giusto salario che deve assicurarne la dignità, in qualunque ambito esso venga svolto a servizio della comunità e la partecipazione attiva dei cittadini e degli utenti».

«Attraverso le nostre organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei pensionati, la cooperazione sociale e i servizi sociali dei Comuni, abbiamo già avanzato molte proposte e siamo impegnati e pronti a confrontarci ed a discuterne anche con voi. Ma non è ammissibile che questo possa farsi mentre i servizi e gli interventi esistenti vengono smantellati in base ad ineffabili scelte delle nostre istituzioni».

Dello stesso tenore i contenuti della lettera che partirà nelle prossime ore a firma dell’assessore regionale dell’Igiene, sanità e assistenza sociale, Armando Bartolazzi, il quale fa riferimento ai 26 ambiti territoriali della Sardegna e alle 8.000 persone con disabilità e agli anziani in carico in tutta l’Isola (dati Plus), sicuramente una delle regioni che maggiormente attinge ai benefici del bando Inps. L’attuale provvedimento andrebbe a gravare sui caregiver, che non potrebbero più beneficiare dei servizi di sollievo sinora garantiti. Il nuovo Avviso prevede prestazioni che, seppure importanti, non rispondono ai bisogni primari dei beneficiari, in quanto coprono esclusivamente le esigenze relative alle prestazioni sanitarie. Da quanto trapela dagli uffici regionali, l’assessore Bartolazzi fa riferimento anche alla qualità dei servizi erogati dalle realtà del Terzo settore, attraverso personale adeguatamente qualificato.

Credits: la foto d’apertura è di Matthias Zomer su Pexels; le altre immagini sono della Cgil Sardegna

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