Formazione

Ho un’idea che vi stupir

Il Nobel a Yunus/Intervista esclusiva a Mohammad Yunus

di Paolo Manzo

Professore ordinario di economia politica del Bangladesh che, mentre insegnava, si chiese che senso avessero le sue teorie economiche se non potevano risolvere i problemi del suo popolo. Amico di Vita (di cui è stato ospite nel 2002), oggi il professor Mohammed Yunus è anche Nobel per la pace, assieme alla Grameen Bank da lui fondata nel 1976. «Questo premio è una sorta d?investitura internazionale per ciò che da trent?anni stiamo cercando di affermare », spiega a Vita il ?banchiere dei poveri?, raggiunto telefonicamente a Dhaka poche ore dopo il conferimento del Nobel. Vita: Cosa rappresenta questo Nobel per la pace, per lei e per la Grameen Bank? Mohammad Yunus: È un riconoscimento molto significativo per noi e per lo strumento del microcredito, perché stiamo cercando di promuovere un?idea, una missione alla cui base c?è la sconfitta, la fine della povertà nel mondo. Questo riconoscimento ci faciliterà molto nel raggiungere direttamente i politici e i loro consiglieri economici, i governi e, naturalmente, anche la comunità bancaria internazionale. Vita: Non crede di essere troppo ottimista? Yunus: Affatto, perché grazie a questo Nobel ciò che noi sentiamo nel nostro animo più profondo, nella mission d?impresa, è stato dimostrato che deve essere portato a termine. Il nostro lavoro sarà più facile e il premio a me e alla Grameen Bank rende più accettabile a moltissima gente il fatto che la lotta alla povertà a livello mondiale sia un imperativo inderogabile. Se non fossi stato ottimista, non avrei inventato il microcredito né fondato la Grameen Bank… Vita: Non teme che un Nobel per la pace invece che per l?economia potrebbe distrarre l?attenzione dei mass media dagli eccellenti risultati economici che il microcredito ha avuto negli ultimi tre decenni? Yunus:Guardi, credo che sia un riconoscimento al fatto che la pace è strettamente collegata allo sviluppo economico. Certo, il premio avrebbe potuto essere anche per l?economia, ma il comitato di valutazione per il Nobel per la pace ci ha scelto per primo. Forse perché l?assenza di povertà è strettamente legata all?assenza di guerra e, dunque, alla pace. Vita: Quindi è stato un caso e per voi è tutto ok, vero? Yunus:Di sicuro, siamo felici anche perché non credo proprio che un Nobel per la pace disturberà né farà passare in secondo piano la bontà economica dello strumento del microcredito. È anzi vero il contrario: noi possiamo continuare con la nostra attività d?impresa ed è importante che la gente presti sempre maggiore attenzione a quanto facciamo e, soprattutto, alla nostra missione: creare un mondo libero dalla povertà che troppo spesso è nemica della pace. Vita: Quale potrebbe essere una formula giusta di microcredito per i cosiddetti Paesi ricchi, tra cui l?Italia? Yunus:Nei Paesi ricchi bisognerebbe creare una struttura istituzionale che promuova il microcredito, dal momento che ci sono un sacco di persone povere anche in quelle nazioni, impossibilitate nell?accesso al credito. I Paesi ricchi, poi, possono creare dei buoni modelli in grado di supportare programmi nei Paesi meno sviluppati o in via di sviluppo, per il semplice fatto che sanno cosa fare e hanno i mezzi per farlo. Vita: Quali sono le nuove iniziative che ha intenzione di lanciare? Yunus: Abbiamo un mucchio di nuove iniziative economiche al vaglio, a cominciare dalla cosiddetta ?social business enterprise?. Vita: Di che si tratta? Yunus:Di un?impresa creata non per massimizzare i pro- fitti ma i benefici per le persone cui si rivolge, senza incorrere in perdite. Vita: Guardando alla storia economica questo rischia di essere un altro strumento rivoluzionario, come trent?anni fa il microcredito… Yunus: Certo, sulla ?social business enterprise? oggi la Grameen Bank punta molto perché sosteniamo sia possibile creare un nuovo settore tramite imprese guidate da obiettivi sociali, senza perdite né dividendi bensì benefici diffusi per la gente. Vita: Ci sono esempi concreti di vostre ?social business enterprise?? Yunus: Sì, a cominciare dalla Grameen Danone Foods Social Business Enterprise, nata qualche mese fa in Bangladesh e che è una joint venture partecipata al 50% dai due gruppi, Danone e Grameen, il cui obiettivo è fornire una nutrizione giornaliera salutare ai poveri del mio Paese attraverso l?implementazione di un modello unico di impresa. Un piccolo progetto per iniziare con la ?social business enterprise? che, tuttavia, contiene il seme di un nuovo settore d?affari che, a mio avviso, può davvero cambiare dalle fondamenta il mondo dell?economia mondiale. Vita: Il suo sogno nel cassetto? Yunus: Il sogno che ho da trent?anni: la creazione di un mondo libero dalla piaga della povertà. Perché, per esempio, non potrebbe essere proprio l?Italia a dichiararsi il primo Paese al mondo libero dalla povertà? Se ciò accadesse, il mondo prenderà esempio da voi e, di certo, un?altra nazione vi seguirà, dichiarandosi il secondo Paese al mondo liberatosi dal giogo della povertà. Solo così potremmo creare un circolo virtuoso: agendo tutti assieme potremmo farcela. Ecco, questo è il mio sogno di oggi. Forse sono un visionario ma credo che oggi sia di fondamentale importanza esserlo.


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