Cultura

Ho salvato Milano, ora salverò Napoli

Nella giunta Formentini in pochi giorni incrementò la raccolta differenziata dal 3 al 33%. "Un “miracolo” che possiamo replicare". Intervista a Walter Ganapini.

di Redazione

Sulle sue spalle cadranno presto i detriti della stagione dell?emergenza rifiuti. Quando Gianni De Gennaro svestirà i panni di commissario straordinario, il prossimo 7 maggio, Walter Ganapini, da pochi giorni ex presidente di Greenpeace e neo assessore all?Ambiente in Campania, si ritroverà al centro di un immmondezzaio senza uguali in Europa. I numeri sono noti. Solo per rendere l?idea: 2.500 discariche abusive, 3 milioni di tonnellate di rifiuti tossici riversati nelle campagne, due miliardi di euro sprecati in 14 anni di commissariamento. Senza contare gli effetti collaterali sulla salute degli abitanti. Ganapini, professore reggiano, ambientalista di lungo corso, è l?uomo del ?miracolo a Milano?. Quando, da assessore della giunta leghista guidata da Marco Formentini, in quattro settimane portò la raccolta differenziata dal 3 al 33%.

Vita: Questa volta però ha accettato di sedersi su una bomba a orologeria. Chi glielo ha fatto fare?
Walter Ganapini: Io appartengo a una classe di persone che allo Stato risponde sempre sì.
Vita: Allo Stato o al governatore Antonio Bassolino?
Ganapini: Quella di Bassolino è stata solo una delle telefonate che ho ricevuto.
Vita: Questa sembra una mission impossible?
Ganapini: Se andrà male, ritornerò nella mia casa in collina. Non è questo quello che mi preoccupa.
Vita: Lei però non è un kamikaze, qualche assicurazione a Bassolino l?avrà pur chiesta?
Ganapini: L?unica garanzia che ho chiesto è quella di avere l?autonomia sufficiente. Questo significa avere i miei uomini nei posti che contano.
Vita: E quindi come le ha risposto il governatore?
Ganapini: Se le cose non andranno in un certo modo c?è sempre la mia abitazione in collina. Glielo detto.
Vita: In passato si è dichiarato contrario ai termovalorizzatori. Bassolino sembra pensarla diversamente. Chi dei due ha cambiato idea?
Ganapini: In nessun altro Paese di parla di termovalorizzatori come in italia. È un argomento degno dei salotti di Bruno Vespa. Termovalorizzatore è un termine inconsistente. È come se si dicesse che basta dipingere di blu le ciminiere per avere l?aria pulita. Io ho un obiettivo un po? più serio. Agganciare l?Italia agli standard europei e la Campania a quelli italiani. Ci stiamo giocando l?unità del Paese. Per questo obiettivo la discussione sugli inceneritori non è affatto centrale.
Vita: Qual è allora il piano Ganapini?
Ganapini: Mi rifaccio alla strategia del Sistema integrato elaborato nel 1976 dall?Europa. Quattro punti in ordine decrescente per importanza: ridurre la quantità di rifiuti di partenza, promuovere la raccolta differenziata, lanciare un piano di recupero energetico delle eccedenze, e da ultimo, solo da ultimo, ricorre alle discariche. A cui dovrà venir destinato, dopo la messa in sicurezza dei siti, solo il 10% dei rifiuti. Mentre oggi siamo all?80%.
Vita: Finora nessuno ci è riuscito?
Ganapini: Alle spalle occorre avere un disegno preciso. Ne ho già parlato con De Gennaro e Bassolino. D?ora in avanti l?amministrazione pubblica campana darà la priorità agli ?acquisti verdi?, che implicano una netta riduzione degli imballaggi. Il giorno 26 insieme al commissario straordinario incontrerò il cardinale Sepe. Poi coinvolgeremo anche la società civile e tuttti i cittadini. Lanceremo il programma Scuole aperte in 2.500 istituti della Regione. Un?iniziativa su cui abbiamo investito 2,5 milioni di euro. Spiegheremo che una città più pulita conviene anche a livello di portafoglio. E finora non ho mai conosciuto nessuno che preferisca vivere nell?immondizia pagando un sacco di soldi, piuttosto che il contrario.
Vita: C?è però chi sostiene che puntare sulla raccolta differenziata sia una chimera…
Ganapini: Mi sembra un ragionamento che non sta in piedi. Su 551 Comuni, in Campania 145 sono virtuosi già oggi. Il problema è chi la fa la raccolta differenziata.
Vita: In che senso?
Ganapini: A Milano la prima cosa che ho fatto è stata una revisione dei vertici dell?Amsa, l?azienda che si occupa dei servizi ambientali nel capoluogo lombardo. A Napoli ho riproposto lo stesso schema. Dal primo marzo ci sarà un rinnovamento del quadro dirigente dell?Asia. È imprescindibile. Poi occorrerà verificare quanti dei lavoratori cosiddetti ?socialmente utili? siano davvero a disposizione. Ad oggi sembra che nessuno lo sappia. Stiamo intanto effettuando un censimento delle buone pratiche già esistenti sul territorio. Infine c?è il nodo dei sette impianti che sulla carta dovrebbero produrre cdr da rivendere sotto forma di energia. Il problema è che dentro le ecoballe finisce di tutto, non solo il materiale che può essere effettivamente bruciato. Sono un monstrum. Nostro compito è operare affinché la tracciabilità sia reale in modo da preservare la qualità dei rifiuti. Per questo impegneremo i forestali e l?associazione nazionale dei carabinieri. A mettere a norma questi impianti bastano 15 giorni e 4,4 milioni di euro. Come ha rilevato un rapporto scritto dei tecnici della bolognese Hera.
Vita: Recentemente il WWF si è costituito parte civile del maxiprocesso sui rifiuti che vede fra gli imputati anche Bassolino. Come valuta questa iniziativa?
Ganapini: Verso Fulco Pratesi e Gianfranco Bologna nutro da anni un sentimento di profonda stima. Questa iniziativa, di cui non sapevo nulla, però mi stupisce. Mi sarei piuttosto aspettato un pressing nei confronti del ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio, della cui presenza in tutta questa vicenda mi pare che in pochi si siano accorti.
Vita: Lei è uno dei padri del rapporto sulle ecomafie. Ma finora non ha mai accennato alla camorra. Una semplice dimenticanza?
Ganapini: La camorra con l?emergenza rifiuti della Campania non c?entra proprio nulla.

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