Cultura
Ho Voglia di mare
Salvatore Avagliano gestisce una spiaggia per disabili. Nonostante i bastoni tra le ruote...
di Redazione
Al ?Centro ferie? dell?International handicapped holiday organization (Ihho) di San Felice, al Circeo, in provincia di Roma, ogni estate si potrebbero sentire i disabili inneggiare ?stessa spiaggia, stesso mare?. Infatti, perché cambiare arenile se l?Ihho offre tutto per loro? Gli ospiti del ?Centro ferie? sono, in prevalenza, italiani e tedeschi. La spiaggia, fra le pochissime in Europa dove i disabili possono muoversi davvero liberamente, dalla strada all?acqua, fu aperta circa venti anni fa e si chiama ?Voglia di mare?. A gestirla è il napoletano Salvatore Avagliano, 63 anni, che ne racconta la storia: «Ho lavorato», esordisce, «in una clinica per paraplegici in Germania. Era il 1967 e cercavo disperatamente lavoro. Prima di quell?esperienza non sapevo nemmeno chi fosse un handicappato. Poi il lavoro mi piacque e, soprattutto, il contatto umano con le persone disabili. Feci amicizia con molti degenti di lungo periodo. Quando partivo dalla clinica per godermi le ferie qualcuno mi diceva: ?Mi porti con te?? Era faticoso farlo perché, allora, gli spazi pubblici, le strade e le case erano piene di barriere architettoniche. Ma così è nata ?Voglia di mare?».
E, se per i portatori di handicap ?Voglia di mare? continua a essere un paradiso, con tanto di accesso garantito anche all?acqua, per Avagliano resta una costante fatica, fonte di grane con la burocrazia italiana e le amministrazioni locali. L?ideatore di ?Voglia di mare?, per migliorarne l?organizzazione, è stato spesso multato ?per realizzazione di opere abusive in zona sottoposta a vincolo panoramico?. Quali? Nuove rampe di accesso, nuovi scivoli o nuove ?scalette? per entrare in acqua, e così via. L?ultima sanzione, di 3 milioni, l?ha ricevuta qualche mese fa, per aver costruito in spiaggia qualche aiuola e più camminamenti. Ma le accuse contro Avagliano suonano ancor più ridicole in una zona dove l?abusivismo è di casa.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.