Climate change

Hanno arrestato mia figlia: la voce dei genitori degli attivisti per il clima

Carlotta ha 21 anni e sabato suonava il suo contrabbasso sotto il Ponte di Rialto, in una manifestazione di Extinction Rebellion. È stata arrestata e portata in Questura. «Da genitore a genitore mi sento di dire “non lasciamo soli i nostri figli nel loro difenderci”», afferma la madre. «Dovremmo ringraziarli perché ci risvegliano dal torpore in cui viviamo. Genitori di tutto il mondo, uniamoci: facciamoci arrestare con i nostri figli»

di Sara De Carli

«Ho visto solo verso le 18 un messaggio di nostra figlia Carlotta inviato alle 16.10 via whatsapp con una foto: “Lotta in stato di arresto, mi sa che a Venezia non ci vado più, ma è stato bellissimo.” Poi alle 16.23 ha inviato un video del suo contrabbasso sulla barca della polizia e infine silenzio fino alle 23, quando è stata rilasciata. Ora è indagata insieme gli altri 27 attivisti di Extinction Rebellion arrestati con lei, le hanno preso persino le impronte digitali». A scrivere così è Marisandra Lizzi, una mamma.

Sua figlia ha 21 anni, è una musicista. Anzi, una attivista e artista climatica. Si chiama Lotta, nome perfetto. Sul verbale si legge che Carlotta è indagata in ordine al reato previsto e punito dagli artt. 340–674 e art. 18 TULPS, art 110 CP «perché in segno di protesta contro il cambiamento climatico mettevano in atto un’estemporanea iniziativa di protesta nel corso della quale, dopo aver versato del liquido colorante nell’acqua del Canal Grande, alcuni attivisti si calavano con delle imbragature dal Ponte di Rialto mentre altri partecipavano con cartelli e striscioni». Non è la prima. È la prima volta però che una mamma prende parola con tanta decisione. 

Che novità ci sono? 

La novità è che Lotta oggi è andata in sala di registrazione e ha registrato la canzone simbolo del film Titanic, “My heart will go on” di Céline Dion. La stessa che stava cantando sabato a Venezia. L’ha registrata e ha fatto un reel su Instagram per un appello ai musicisti di tutto il mondo, perché la suonino sui loro canali social o ai loro concerti, ognuno a suo modo. Il messaggio? Continuare insieme a suonare, perché – sono parole sue – «il canto della speranza e della protesta non può esaurirsi con arresti e intimidazioni». È un modo per dire ai governanti che ci sono tantissime le persone che hanno a cuore il pianeta. La reazione di Carlotta è meravigliosa: non mi fermo. Anzi, più mi cercate di fermare e più non mi fermerò, che è il mood proprio di tutti i movimenti di attivismo: non ha senso cercare di fermarli con gli arresti. Dal punto di vista legale, le accuse sono di natura penale: mi auguro ci siano ripercussioni di nessun genere, ovviamente stiamo cercando di capire meglio con un avvocato. Qui sotto l’appello di Lotta.

Da madre, come ha vissuto quelle ore?

Ero preoccupata, soprattutto per l’assenza di notizie. Ma sempre con la serenità e la lucidità di conoscere mia figlia Carlotta e gli attivisti con cui collabora. Lotta non fa parte di nessun gruppo e fa parte di tutti: apre le manifestazioni di tutti con il suo contrabbasso, la sua musica e il suo spettacolo “Detonazioni”. Ha collaborato con i Fridays for Future, con Ultima Generazione, con Extinction Rebellion. Stava suonando sotto il Ponte di Rialto per una protesta pacifica. Questi ragazzi si stanno battendo anche per noi e l’idea che noi li arrestiamo mi pare fuori da ogni logica. Fra l’altro i ragazzi avrebbero anche ragione ad avercela con noi adulti e invece il loro esprimersi non è mai violento, nelle loro riunioni fanno corsi di comunicazione non violenta.

Gli attivisti si calano dal Ponte di Rialto – foto Extinction Rebellion

Cosa la colpisce di loro? 

Sono sono persone di una preparazione estrema. Hanno preparazione tecnica, capacità di approfondire i contenuti, lavorano con gli scienziati: non sono proteste di scalmanati che perdono tempo come qualcuno cerca di far passare. Tutti stanno studiando moltissimo. Sebastiano Michelotti per esempio collabora con il Consiglio regionale del Veneto e anche questo è un aspetto che dovremmo rispolverare: il concepire la politica come attivismo. 


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Che cosa invece non le torna della narrazione sull’attivismo dei giovani sui temi del cambiamento climatico?

Il fatto che si racconti la reazione alla crisi climatica come qualcosa di generazionale, come se riguardasse solo i nostri figli. Molti giornali la fanno diventare una questione dei giovani e del futuro, ma è un problema di adesso. È un tema che non può essere divisivo né generazionale, non riguarderà solo i nostri figli ma sta riguardando tutti noi, già oggi. Non si può pensare di polarizzare, su tanti altri temi la logica dello scontro generazionale avrebbe pure un senso, ma non questo. Qui – forse per la prima volta nella storia – non c’è da contrapporre una parte di popolazione ad un’altra, gli interessi di una parte contro quelli di un’altra: qui si tratta davvero di difendere l’intera umanità e per questo mi sembra ancora più assurdo reagire con delle logiche aggressive. Io avverto la necessità di andare oltre l’estetica del gesto, per cogliere il senso, l’essenza di quel gesto. È chiaro che gli attivisti devono fare azioni “notiziabili”, ma anche ora li intervistiamo perché sono stati arrestati o per quello che fanno e dicono? 

Lotta mentre si esibisce a Venezia – foto Extinction Rebellion

Perché ha sentito il bisogno di rivolgersi ai genitori degli altri ragazzi o in generale ai genitori di questa “generazione di attivisti”?

Lotta mi ha raccontato che alcuni attivisti nelle ore in Questura erano preoccupati più che altro dalla reazione che i genitori avrebbero avuto. Noi in famiglia la appoggiamo molto nel suo attivismo, ma non per tutti è così. Credo che noi genitori abbiamo un ruolo importante: prima di tutto nell’ascoltare l’urlo di dolore di questi ragazzi, che se anche avessero torto andrebbero ascoltati. A maggior ragione dobbiamo farlo perché hanno ragione. Da genitore a genitore mi sento di dire “non lasciamo soli i nostri figli nel loro difenderci”. 

Per questo ha scritto «genitori di tutto il mondo, uniamoci. Facciamoci arrestare con i nostri figli perché non possiamo accettare di rimanere insensibili di fronte ai moniti degli scienziati di tutto il mondo e continuare a rimandare un problema che è urgente e non più rimandabile»?

Sì. 

Ha raccontato che Carlotta ha lasciato il Conservatorio quest’anno perché non le sembrava logico passare ore a perfezionare una nota mentre il mondo stava affondando e che oggi studia alla Scuola Holden.

Sì, ha deciso di mettere la sua arte al servizio dell’unica causa che ha senso combattere tutti insieme, tutti uniti, tutti dalla stessa parte, quella della salvaguardia della vita umana sul pianeta. Ha creato uno spettacolo teatrale, “Detonazione”, che ha fatto il giro d’Europa. Il mese scorso ha fatto ballare tutte le piazze d’Italia durante una protesta nazionale di Fridays For Future con il brano Power. Per lei l’arte e in particolare il canto sono qualcosa che le è stato donato per donare se stessa, per lei è una necessità fisica mettere il suo talento al servizio della causa ambientale. 

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