Formazione
HANDIMATICA. L’altro volto della tecnologia
A Bologna, oltre 7mila e 500 visitatori (più 30% rispetto al 2007),100 stand e decine di dibattiti sull'high tec applicato alla disabilità
Handimatica, ovvero l’altra faccia della tecnologia. Te ne accorgi appena entri al Centro congressi di Bologna: quella in esposizione negli stand, al centro dei dibattiti e dei convegni è «tecnologia che cambia la vita». Di «qualità della vita» si parla alla settima edizione di Handimatica, la mostra convegno dedicata alla tecnologia applicata alla disabilità che si è chiusa sabato a Bologna. Oltre 7mila e 500 persone hanno partecipato ad Handimatica 2008, il 30% in più dell’anno scorso: indice del successo di una formula che ha riunito a Bologna oltre 100 espositori e 250 esperti internazionali.
SCUOLA. E «qualità della vita» ad Handimatica significa prima di tutto accesso alla conoscenza e all’istruzione. Per questo, ben due convegni nella prima giornata di lavori (ieri) ad Handimatica erano dedicati ad esperienze di didattica «for all».Tra le novità per la scuola dei più piccoli, la Lim, Lavagna interattiva multimediale, realizzata da fondazione Asphi (tra i promotori della fiera): una speciale lavagna touchscreen su cui viene proiettato lo schermo di un computer e sulla quale è possibile scrivere, richiamare contenuti, svolgere una lezione in più formati (audio, video e tattile) e registrare l’intera sessione didattica.Software specifici per la dislessia sono poi presentati nell’area espositiva di Handimatica: Aprico (sempre di Asphi) è un programma per lo screening e la diagnosi dei problemi di apprendimento sui banchi di scuola. Attraverso esercizi di letture e scrittura guidate, Aprico riesce ad individuare iniziali difficoltà che annunciano la dislessia. E, ormai si sa, gran parte della «cura» sta proprio nella diagnosi. A supporto, invece, dell’autonomia nell’apprendimento sono stati pensati i software di Anastasis, una cooperativa che fornisce servizi informatici per l’integrazione alle scuole. L’interfaccia friendly si vede già dal nome: si chiamano Carlo Mobile e Superquaderno i software di Anastasis per la dislessia. Niente di particolarmente innovativo: si tratta di programmi che inseriscono immagini nei testi, li trasformano in file .mp3 da ascoltare, guidano nella costruzione di mappe concettuali. Ma, spiega l’operatore dello stand, «costituiscono supporti allo studio individuale che hanno permesso a ragazzi dislessici di laurearsi».
COMUNICAZIONE. Alla comunicazione è poi dedicato un intero percorso all’interno dell’area espositiva: tra gli ausili, anche i mouse speciali che permettono di utilizzare il pc anche al disabile motorio grave attraverso il collegamento con una webcam, i comunicatori touchscreen utilizzabili muovendo un solo dito e i sistemi di controllo oculare che permettono alle persone con tetraparesi di comunicare con tastiere virtuali azionabili appunto con il movimento degli occhi
GIOCO. L’innovazione tecnologica è entrata un po’ in tutti i campi della vita delle persone con handicap. Tranne questo. Come se ai ragazzi disabili non «fosse dato» giocare. O appunto come se fosse superfluo. Ad Handimatica, però, si vedono i segni di un cambiamento di rotta. Al convegno sulla robotica di giovedì (La robotica e le persone con disabilità) sono stati presentati prototipi di alcuni giocattoli dedicati a persone con varie disabilità. Bracci elettronici (francamente poco attraenti) che muovono i mattoncini Lego sulla base di indicazioni che arrivano dall’utente dotato di pc, a veri e propri robot che si comportano come animali domestici. Nulla di acquistabile, per ora, ma a giudicare dai progetti di ricerca avviati in varie università (il Dipartimento di Scienze della comunicazione di Siena e l’Università della Valle d’Aosta), le idee non mancano. Come i Tiles, mattonelle luminose e impermeabili (si usano in acqua) che riconoscono le posizione delle loro simili e si illuminano se montate in modo da formare una figura. «E’ un sistema che si basa sul concetto di ubiquitus computing», spiega Marzia Marti, coordinatrice del progetto Interaction Design Area per l’università di Siena: «Giocare in acqua poi è molto importante per i ragazzi con handicap: in piscina riescono a distendere i muscoli e a muoversi più liberamente». Altro prodotto del gruppo di ricerca coordinato dalla Marti sono i Rolling Pings, due cilindri di plastica e sensori che reagiscono in modo coordinato (con luci e suoni) al movimento reciproco: se un bimbo disabile muove ritmicamente un cilindro, l’altro si illumina, e viceversa. «Giochi di questo genere favoriscono l’interazione anche nelle patologie che aggrediscono proprio le facoltà interattive come l’autismo», spiega Marti. «Con i rolling pings, ho visto un autistico ridere di gusto, un comportamento rarissimo nei ragazzi con la sua patologia».
TEMPO LIBERO. Non sempre, per migliorare la qualità di vita dei disabili servono tecnologie raffinate o ricerca avanzata. E in fatto di tempo libero sono tante le piccole migliorie che permetterebbero di innalzare di standard qualitativi del turismo accessibile. «Se per esempio sei a Venezia e vuoi inviare una cartolina ad un tuo amico cieco o ipovedente, come fai?», si chiede Lucia Baracco, responsabile del Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia. Lei l’idea l’ha avuta: una cartolina in braille, che raffigura con punti di inchiostro trasparente e colori sgargianti (per gli ipovedenti), il ponte di Rialto, ad esempio. Un’idea che è stata sposata dall’assessorato al turismo della sua città E così dalla scorsa estate, negli uffici turistici veneziani sono disponibili le cartoline per inviare «saluti e baci» anche ad amici e conoscenti non vedenti. «Basta poco, che ce vo’?».
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