Famiglia

Handicap: i numeri dell’integrazione scolastica

Il 2% degli alulnni delle scuole italiane è disabile. La maggior concentrazione alle scuole medie

di Gabriella Meroni

Circa il 2% – 136.503 – di tutti gli alunni iscritti per l’anno scolastico 2002-2003 nelle scuole comuni italiane sono disabili. Una presenza che pesa e produce effetti positivi ma, soprattutto ”dimostra come il modello di inserimento dei disabili nella scuola ordinaria fin dall’ infanzia sia vincente e pone l’Italia all’avanguardia nel mondo”. E’ questa la convinzione espressa nel corso del seminario europeo e dedicato al ”Mainstreaming in education: il modello italiano e le prospettive nei paesi dell’europa meridionale” in corso a Roma. L’incontro, organizzato dal Consiglio nazionale sulla disabilita’, al quale partecipano delegazioni di numerosi paesi europei, ha pero’ segnalato anche ”le ombre” del modello-Italia che resta comunque il paese sul fronte dell’ inserimento nella scuola dei disabili: la carenza degli insegnanti di sostegno e l’inserimento nel mondo del lavoro per i disabili scolarizzati. Un argomento quest’ultimo che ”attende l’impegno di una nuova legge ancora in discussione”. Secondo i numeri forniti nella scuola italiani sono circa 140mila gli alunni iscritti alle diverse scuole nell’anno 2002-2003. Poco piu’ di 10mila frequentano la scuola materna; poco meno di 40mla quella elementare; circa 50mila la scuola media (10-14 anni) e quasi 20mila le scuole superiori (dai 15 ai 18 anni). Di questi, il 2% sono i disabili minorati della vista; il 7% minorati dell’udito; il 15% minorati fisici e il 76% minorati intellettivi di diverse tipologie. All’Universita’ risultano iscritti per quest’anno accademico quasi 5.000 studenti (4.816). ”Un effetto – ha spiegato Salvatore Nocera – ottenuto grazie ad una legge del 1977 con la quale si stabili’ il principio dell’inclusione scolastica per tutti gli alunni disabili della scuola elementare e media”. Successivamente altre leggi hanno ”aiutato” i disabili fissando i principi per una buona qualita’ dell’integrazione scolastica. In Italia, infatti ”tutte le scuole statali e non statali hanno l’obbligo di accettare l’iscrizione degli alunni con disabilita”’ e la mancata accettazione ”e’ punita penalmente”. Tutto bene dunque? Non proprio. Una delle carenze segnalate e’ quella che riguarda gli insegnanti specializzati che affiancano i colleghi nell’inclusione scolastica che oggi sono 50mila ai quali e’ previsto se ne aggiungano altri 6.954. Ma ”per arrivare ad un rapporto accettabile di un insegnante ogni due alunni con handicap – spiega Nocera – dovranno essere nominati in deroga circa altri 11mila insegnanti per le attivita’ di sostegno. Ma soprattutto, e’ stato chiesto, ”occorre una seria impostazione dei contenuti dei corsi universitari di specializzazione degli insegnanti per il sostegno didattico; una maggiore preparazione di tutti gli insegnanti non specializzanti e, inoltre, occorre un maggior impegno finanziario e professionale degli enti locali”. E, ancora, ”serve una maggiore collaborazione fra le istituzioni pubbliche e fra queste e le realta’ della societa’ civile come il volontariato, le cooperative, le fondazioni, le associazioni”. Nel futuro dei giovani disabili il Consiglio nazionale della disabilita’ vede anche ”il rischio che le singole scuole autonome possano comportarsi come aziende commerciali che tendono a ridurre i costi” visto che ”gli alunni disabili costano”, ricordano. Ma vi sono anche ”opportunita’ importanti” perche’ l’inserimento dei disabili fin dai primi anni d’eta’ nella scuola consente di ”realizzare una cultura di solidarieta”’.


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