Politica
Ha mobilitato i cittadini, ora li faccia parlare
L'analisi di Gregorio Arena, ex leader di Cittadinanzattiva
di Redazione
Un primo risultato il neonato Partito Democratico l?ha già ottenuto, fornendoci l?occasione per dimostrare che, se ce ne viene data la possibilità, noi italiani siamo senz?altro disposti a ?scendere in campo? per occuparci della cosa pubblica. Siamo individualisti, insofferenti delle regole, cinici e familisti? tutto questo e molto altro ancora, ma sarà per disperazione, sarà perché la speranza è l?ultima a morire, quando come in questo caso si tratta di decidere del nostro futuro riusciamo regolarmente a sorprendere tutti.
Il 14 ottobre s?è avuta la conferma di quello che chiunque operi nella cosiddetta società civile ha sempre saputo, cioè che in Italia ci sono ovunque grandi energie latenti. Però nessuno finora si è posto veramente come obiettivo prioritario quello di suscitarle, di farle emergere, incanalandole verso il perseguimento dell?interesse generale anziché soltanto degli interessi individuali.
Adesso le condizioni per realizzare questo ambizioso ma concretissimo progetto di partecipazione civica alla cura dei beni comuni ci sono tutte. C?è la legittimazione costituzionale, grazie al riconoscimento nell?art. 118 u.c., dei cittadini come alleati delle istituzioni nella soluzione dei problemi che riguardano la comunità.
E c?è un nuovo soggetto politico che, essendo nato grazie ad una partecipazione popolare mai vista prima, dovrebbe coerentemente fare della partecipazione civica uno dei propri elementi fondanti e distintivi. Milioni di cittadini (e molti immigrati) hanno saputo cogliere questa occasione per partecipare alla vita pubblica attraverso lo strumento tipico della democrazia rappresentativa, il voto. Ma molti di costoro (e molti altri che per vari motivi non sono andati a votare alle primarie) sono probabilmente disponibili ad essere soggetti attivi anche in altre forme, complementari a quella tradizionale.
È infatti ormai evidente che nelle società avanzate la partecipazione alla vita pubblica non si può esaurire nel voto, per quanto importante esso sia come strumento di democrazia. Ci sono almeno altre due forme di partecipazione, quella definita democrazia partecipativa e quella fondata sul principio di sussidiarietà, che insieme danno vita alla cittadinanza attiva, un fenomeno nuovo, che nei prossimi anni cambierà in profondità il volto della nostra società.
Sempre più spesso gruppi di cittadini reclamano di poter dire la loro sulle decisioni riguardanti opere pubbliche, infrastrutture, politiche sociali e simili altri temi. E sempre più spesso questa richiesta di partecipazione provoca tensioni e conflitti con i rappresentanti eletti da quei medesimi cittadini, che contestano la legittimazione a decidere che essi stessi hanno conferito ai rappresentanti con il proprio voto. È come se essi revocassero in tali materie la delega ad altri conferita, per riprendersi la propria sovranità.
Si tratta di fenomeni sempre più frequenti, che per le tensioni che creano nel rapporto con le istituzioni non possono essere lasciati a se stessi, bensì richiedono di essere disciplinati e governati con regole che consentano di trovare un punto di equilibrio fra gli interessi di una collettività insediata su un territorio e l?interesse generale.
L?altra modalità di espressione della cittadinanza attiva si fonda sul principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, grazie al quale è oggi possibile riconoscere ai cittadini un ruolo attivo nella cura dei beni comuni, insieme con le amministrazioni pubbliche. È una nuova forma di cittadinanza: attiva, responsabile, autonoma e solidale, che mette in circolo energie preziose per la soluzione dei problemi di interesse generale.
È un modo nuovo, molto concreto di esercitare la sovranità popolare, mediante il quale cittadini singoli e associati non delegano ad altri, bensì si assumono la responsabilità di risolvere un problema che riguarda la comunità di cui fanno parte. Promuovere la cittadinanza attiva come nuova forma di partecipazione alla vita pubblica. Questo dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari del Partito democratico. Pd: Promuoviamo democrazia.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.