Welfare

Ha già un anno, ma non cammina

Obiezione di coscienza: Facciamo un bilancio dopo 12 mesi del nuovo servizio civile

di Federico Cella

Giovedì 8 luglio si ritroveranno a Roma i dirigenti delle principali associazioni ed enti, pubblici e privati, i rappresentanti degli obiettori di coscienza, i tecnici e i politici, per festeggiare una data importante: il primo anniversario della legge 230 – le tanto sospirate Nuove norme in materia di servizio civile – che verrà ufficializzato con la relazione parlamentare sullo stato d?attuazione della legge che D?Alema dovrà fare al Parlamento. Ma se a festeggiare l?avvenimento non ci sarà certo una parata di bersaglieri, non è neanche prevista una gioiosa marcia di obiettori di coscienza: la 230, una legge della nuova generazione nei commenti di tutti, è ancora arenata nelle, pur prevedibili, secche della burocrazia italiana. Manca il regolamento applicativo del neonato Ufficio nazionale per il servizio civile, manca l?Ufficio stesso, mancano i soldi necessari perché la riforma abbia atto. Tutto male, dunque? Non proprio, perché, se da un lato si riconosce la bontà del testo di legge, dall?altra gli esperti e gli attori del servizio civile indicano in Guido Bertolaso, il tecnico messo a capo dell?ufficio centrale che fa riferimento alla Presidenza del Consiglio, l?uomo giusto perché entro ?breve? tempo la macchina nonviolenta degli obiettori di coscienza vada a regime. Una speranza e un?attesa che è abbastanza condivisa, e un?idea di difesa alternativa della Patria, fondata sulla cultura della nonviolenza contemplata nella legge stessa, che proprio in questi giorni di post conflitto si fa sempre più diffusa e sentita. Lo dimostra, per esempio, il documento inviato la scorsa settimana al presidente del Consiglio dai rappresentanti delle 181 Caritas diocesane, dove si chiedeva al governo «un forte pronunciamento politico e atti concreti, che manifestino la chiara volontà di non mortificare la scelta del Parlamento e l?impegno degli obiettori». Perché, pastoie burocratiche a parte, esiste un vero nodo, quasi un cappio al collo della 230: i fondi previsti dalla Finanziaria per la sua applicazione. La paga è solo per il soldato «Questi 120 miliardi non saranno sufficienti per garantire il servizio civile a tutti i 70 mila obiettori che quest?anno si prevede abbiano fatto richiesta», ci spiega Massimo Paolicelli, portavoce dell?Associazione obiettori nonviolenti. «E questo vuol dire che la legge tanto acclamata partirà con un handicap severo. Anzi, voluto. La sensazione infatti è che nessuno, a livello politico, stia realmente investendo in questa riforma, concepita nell?arco di un decennio ma che a distanza di un anno ancora non mostra segni di vita. La scusa è ovviamente sempre la stessa: non ci sono soldi. Ma io credo che in tal senso l?attuale presenza italiana in Kosovo sia paradigmatica: da un lato abbiamo i soldati superpagati e dall?altra ci sono gli obiettori che percepiscono 150 mila lire al mese. È una situazione anticostituzionale, perché tutt?e due le figure sono volontarie». La ?longa manus? dei militari, con buona pace delle istituzioni preposte – il Regolamento dell?Ufficio nazionale prende polvere sui tavoli della Corte dei Conti da qualche mese -, avrebbe dunque una parte nei ritardi della 230? Parla l?uomo della riforma Per dissipare ogni sospetto scende in campo direttamente l?uomo della riforma, Guido Bertolaso, un vero esperto di leggi ?sociali? (sua la firma sulle importanti normative su droga e volontariato, per esempio). «E proprio in base a queste esperienze, posso dire che le leggi si riescono anche a farle approvare, ma quanto ad attuarle, nel nostro Paese, è tutto un altro discorso», ammette simpaticamente Bertolaso. «Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo di fronte a una situazione che richiede il passaggio di tutto il servizio civile da una struttura, il ministero della Difesa, a un?altra, il mio ufficio. E il tutto, seppur lentamente, sta avvenendo nella massima collaborazione». Nessun ?golpe? militare, dunque? «Qualche mese prima che venisse approvata la 230, era passata la legge di riforma dei vertici militari. Bene, il regolamento attuativo di quella legge è ancora alle Camere, mentre il nostro dovrebbe arrivare entro luglio. Per quanto riguarda, invece, i soldi stanziati, ho già avuto modo di farlo presente al presidente D?Alema, che so averlo già riferito al ministro del Tesoro che, a sua volta, ha dato delle disposizioni in ordine di un?integrazione entro settembre. Nella Finanziaria del Duemila, quindi, la cifra dovrebbe essere adeguata alle reali esigenze. Rimane ancora da dire che io e il mio staff, durante questi mesi, non siamo certo rimasti ad aspettare, ma abbiamo, per così dire, lavorato nell?ombra per creare le fondamenta di tutto il lavoro futuro. E in tal senso ritengo che il rapporto di confronto che abbiamo creato con gli enti del servizio civile sia senza dubbio un passo fondamentale, che distingue già in modo positivo la nuova organizzazione dell?obiezione di coscienza rispetto al passato». Ecco i tavoli regionali Un?attiva collaborazione tra l?istituzione centrale e le realtà territoriali della società civile sarà dunque la base della nuova normativa, che prevede una gestione regionale del servizio civile. In questa direzione, infatti e sempre con il carattere dell?ufficiosità, in tutta Italia si stanno già costituendo alcuni Tavoli regionali per la gestione degli obiettori di coscienza (il primo è nato in Toscana, ma si sta già lavorando anche in Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Campania). E due settimane fa, sempre giocando d?anticipo, è stata inaugurata la Consulta nazionale del Servizio civile, la vera e importante novità di tutta la riforma, articolata in base all?ormai rinomato principio della ?par condicio?: partecipano alla Consulta cinque esponenti dello Stato, cinque esponenti del Terzo settore e cinque rappresentanti degli obiettori. Di buon auspicio anche l?identità del presidente eletto, esponente della società civile ed ex obiettore: Licio Palazzini, responsabile Arci per il servizio civile. «Aspettando che la legge vada a regime, possiamo intanto registrare le acquisizioni positive, fra le quali la creazione di questo luogo istituzionale di incontro tra soggetti pubblici e privati. Un tavolo di vero confronto che aspettavamo da 26 anni, ossia dal 1972, anno in cui passò la pessima legge 772 sull?obiezione di coscienza», ci spiega Palazzini, alla sua prima dichiarazione ufficiale da presidente della Consulta. «Dal nostro primo incontro ho potuto verificare un atteggiamento di apertura da parte dell?Amministrazione Pubblica, una possibilità reale di dialogo su cosa funziona e cosa no che mai ci saremmo sognati con il Levadife. Il mio primo obiettivo è ora quello di tallonare da vicino i politici e i tecnici perché i tempi diventino più rapidi». Ma, come dice Diego Cipriani, presidente della Consulta nazionale degli enti per il servizio civile, «non stiamo creando un qualcosa di nuovo, e i passeggeri, cioè gli obiettori, che vogliono salire a bordo sono tanti e sono in attesa di questo treno che non sembra voler partire». Ossia, pur prendendo atto dei ritardi, adesso è arrivato il momento di dare un?ultima sferzata all?iter istituzionale. Infatti, in un clima politico e sociale di forte contrapposizione fra ?militaristi? – che premono sull?accelleratore di un costoso ma efficiente esercito professionale – e ?pacifisti?, la legge 230 non può più fallire. Tra tre anni a regime «Proprio perché la normativa, che prevede un periodo di formazione per gli obiettori e riconosce la validità della difesa popolare dello Stato, deve essere il fulcro per la diffusione di una cultura di pace e non violenza nel nostro Paese», afferma Cipriani. «Viene quasi da pensare, di fronte a questi ritardi, che il testo di legge abbia dei contenuti addirittura troppo alti, e mi chiedo se la nostra politica, se non gli obiettori stessi, siano pronti a recepire una normativa così moderna. Secondo me, infatti, ci vorranno almeno tre anni prima che il nuovo servizio civile sia in grado di andare a regime; ma è proprio per questo che è necessario che si parta subito, perché oltre ai tempi tecnici, sarà inevitabile anche un periodo di metabolizzazione». A quando, dunque, l?appuntamento per la partenza ufficiale e definitiva della nuova organizzazione del servizio civile? La data, anche troppo sfruttata, sembra ormai certa: il primo gennaio del 2000. Allora, forse, anche agli obiettori verrà voglia di marciare. Cosa dice la legge Legge n. 230, 8 luglio 1998: ?Nuove norme in materia di obiezione di coscienza?. È un diritto Art. 1 – I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell?esercizio del diritto alle libertà di pensiero… possono adempiere gli obblighi di leva prestando… un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria. Come esercitarlo Art. 4/1 – I cittadini che… intendano prestare servizio civile devono presentare la domanda al competente organi di leva entro (quindici) giorni dalla data di arruolamento. /3 – Fino al 31 dicembre 1999 gli abili ed arruolati ammessi al ritardo e al rinvio del servizio militare… potranno produrla (la domanda)… entro il 31 dicembre dell?anno precedente la chiamata alle armi. Art. 5/1 – Il ministero della Difesa… decreta, entro il termine di sei mesi dalla presentazione della domanda, l?accoglimento della medesima. Come è organizzato Art. 8/1 – …è istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l?Ufficio nazionale per il servizio civile… L?Ufficio… è organizzato in una sede centrale e in sedi regionali. /5 – Per un periodo massimo di due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l?Ufficio… si avvale della collaborazione del ministero della Difesa ai fini della gestione annuale del contingente. Art. 9/4 – Il servizio civile ha una durata pari a quella del servizio militare di leva e comprende un periodo di formazione e un periodo di attività operativa. /5 – Il servizio civile su richiesta dell?obiettore, può essere svolto in un altro Paese. Art. 10/2 – Presso… l?Ufficio nazionale… è istituita la Consulta nazionale per il servizio civile quale organismo permanente di consultazione, riferimento e confronto. Diritti e doveri per gli enti e gli obiettori Art. 11/4 – In nessun caso l?obiettore può essere utilizzato in sostituzione di personale assunto o da assumere. /9 – All?atto della stipula della convenzione gli enti si impegnano a non corrispondere agli obiettori alcuna somma a titolo di controvalore o simili. Art. 13/4 – In caso di guerra… gli obiettori di coscienza… sono assegnati alla protezione civile ed alla Croce rossa. Art. 14/1 – L?obiettore ammesso al servizio civile che rifiuta di prestarlo è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.


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