Fabrizio Ghiso (Confcooperative): «Le imprese sociali sono in grado di offrire un servizio uguale o migliore delle altre imprese» Socialjob: Fabrizio Ghisio, lei è segretario generale di Confcooperative Torino. Qual è secondo lei il punto di forza del regolamento 307?
Fabrizio Ghisio: Ha permesso alle imprese sociali di attrezzarsi per svolgere attività sempre più complesse e di misurarsi su mercato aperto alle imprese profit. Una ventina di esperienze positive di cooperazione sociale hanno avuto la possibilità di fare il salto di qualità senza snaturarsi.
SJ: Ha favorito l’aggregazione fra le imprese sociali?
Ghisio: Nel caso di Torino il sistema a rete è una realtà consolidata ormai da un ventennio.
SJ: È vero che c’è più concorrenza fra le imprese sociali?
Ghisio: È aumentata ma non si è trasformata in conflittualità. La concorrenza fa sì che oggi le imprese sociali siano in grado di offrire un servizio uguale se non migliore di quello delle altre imprese di settore. Hanno quasi tutte la certificazione e hanno smentito l’equazione inserimento lavorativo uguale bassa qualità.
SJ: C’è stata una migrazione verso Torino di soggetti svantaggiati?
Ghisio: Se c’è, è contingente. Al contrario: persone che hanno approcciato la dimensione dell’inserimento lavorativo a Torino hanno cercato poi di riproporla in provincia.
SJ: Le imprese profit non sembrano attratte dalle gare con le clausole sociali.
Ghisio: L’impresa profit, in media, cerca non lavoratori con dei problemi ma che le risolvano il suo problema.
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