Un bilancio sociale che vale 12 anni. Ieri, nella tenuta di Andrea Bocelli, la fondazione che porta il suo nome ma che lo stesso artista ha voluta autonoma fin dall’inizio, Abf Foundation, ha presentato il suo primo rendiconto di sostenibilità ma, come ha ricordato il direttore generale, Laura Biancalani, «ha richiesto di rivedere alla luce di questi criteri tutta la nostra storia, fin dall’origine».
E l’origine, come ha ricordato lo stesso maestro, intervenendo a chiusura, e sottraendosi, per fare da anfitrione, alle prove del suo tradizionale concerto – oggi e domani – nel suggestivo scenario del Teatro del silenzio, l’origine, dicevo, è stata proprio al Poggioncino, la tenuta in cui Bocelli era cresciuto e dove era voluto tornare a vivere: «Un giorno, Laura capitò qui», ha raccontato Bocelli, «ci conoscevamo perché in passato mi aveva convinto a fare un concerto per i malati di Aids e le dissi ora dovrai dare tu una mano a noi». E al Poggioncino bisognava tornare, in una giornata così importante.
Dodici anni di impegno
Il primissimo nucleo era formato da Bocelli, la moglie Veronica Berti e l’inarrestabile Olimpia Angeletti, attuale responsabile della comunicazione, più convinti di quello che si volesse fare che della direzione da prendere. I risultati sarebbero arrivati, come si è capito ieri, con la perseveranza, col metodo, con la passione: capaci di rifare scuole o farle nascere ex-novo, a Sarnano (Mc) nel “cratere” del sisma del 2016, come nella martoriata Haiti, in cui la fondazione ha fornito acqua potabile a centinaia di migliaia di persone (foto sopra, ndr). Tutte vicende, impegni, mobilitazioni che sono state appunto idealmente “riclassificate” nel Bilancio di sostenibilità 2022.
«In 12 anni di attività, la Fondazione ha ricevuto donazioni per 54 milioni di euro», è stato ricordato ieri, «con i quali è stato possibile fornire acqua potabile e cure mediche a più di 500mila persone nelle aree più remote di Haiti e garantire accesso ad un’istruzione equa e di qualità a oltre 20mila bambini sempre nell’isola caraibica i e in Italia nelle scuole Abf e negli ospedali pediatrici italiani. Nel 2022 Abf ha raccolto quasi 7.4 milioni grazie alla generosità dei propri donatori, e ha registrato un incremento del 43% rispetto all’anno precedente, riportando la raccolta ai trend pre-pandemici e riuscendo ad avviare e a portare avanti oltre 20 progetti in Italia e nel mondo, tra cui quattro di ricostruzione e riqualificazione».
Un racconto a più voci
Il percorso di Abf verso la rendicontazione sociale è stato raccontato in un incontro a più voci, coordinato da chi scrive, e ha visto alternarsi gli interventi dei relatori presenti, tra i quali Stefano Aversa – presidente Abf, Giovanni Lega – equity partner Studio Lca -, la già citata Biancalani, Silvia Gualdani, vicedirettore e Chief financial officer Abf, Matteo Balestracci, partner Kpgm, Luciano Colangelo, associate Partner Kpmg, ossia la big della consulenza che ha accompagnato la fondazione in questo percorso. Nel panel, per un confronto autorevole, la fondazione aveva chiamato Claudia Fiaschi, già portavoce del Forum del Terzo settore, storico dirigente di imprese sociali. autrice di Terzo (Rizzoli), saggio recente e molto apprezzato sul Terzo settore e le sue dinamiche.
«Abbiamo voluto illustrare», dicono in Abf, «i metodi utilizzati per valutare azioni e progetti tramite i quali la Fondazione lavora ogni giorno: facendo ciò l’obiettivo è poter crescere monitorando e direzionando gli intenti affinché l’impatto generato possa costruire un percorso di valore per persone e comunità. Per questo Abf, con totale spirito volontario, ha scelto, a fianco del bilancio sociale a cui è dovuta ex lege, di intraprendere per l’esercizio 2022 il percorso di adeguamento a standard di rendicontazione di sostenibilità, quali quelli proposti dalla Global reporting initiative – Gri, cercando di realizzare proprio con il presente bilancio, un primo avvicinamento ai principi della sostenibilità internazionalmente riconosciuti». È stato avviato un percorso di analisi e mappatura delle attività della fondazione, «al fine di redigere un documento unico ed integrato che possa da un lato aderire ai principi degli enti del Terzo Settore in materia di Bilancio Sociale, dall’altro dare rappresentazione di un percorso sulla sostenibilità in linea con i principi e la filosofia Esg».
Educare ogni persona
«Per educare ogni persona, abbiamo bisogno di un’azione di trasformazione coraggiosa ed urgente che parta dall’ascolto delle giovani generazioni e che sia diretta a una istruzione e ad un orientamento di qualità», ha detto il presidente Aversa, «anche nell’anno 2022 abbiamo continuato a mantenere le promesse e ad espandere il nostro impatto programmatico anche attraverso un rafforzamento dei principi etici e di trasparenza che ci legano ai nostri stakeholder che saranno di seguito descritti in dettaglio. Siamo orgogliosi di tutto ciò che è stato realizzato insieme attraverso il lavoro che viene rendicontato in questo documento. Sappiamo anche», ha concluso, «che ogni successo e ogni opportunità, devono essere letti come sfida per fare sempre di più e meglio e aiutare sempre un numero maggiore di persone nel costruire la loro migliore storia possibile per sé stesse e per le loro comunità».
Con la pubblicazione del primo Bilancio sociale e di sostenibilità, la Fondazione Andrea Bocelli vuole rendicontare ai propri stakeholder di riferimento le novità, i progetti e i risultati conseguiti nel corso del 2022 in relazione alle performance economiche e sociali, nonché evidenziare i comportamenti e le iniziative sostenibili intraprese.
«Al fine di mettere in luce il proprio contributo al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – Sdgs)», dicono in Abf, «tra i quali partnership e rapporti con gli stakeholder, progetti e impatti sociali ed economici indiretti, formazione, salute e sicurezza dei dipendenti e dei collaboratori, privacy e sicurezza dei dati, diversity & inclusion, anticorruzione, comunicazione identificati nell’Agenda 2030 Onu, la Fondazione ha svolto un’attività di raccordo tra questi e gli obiettivi perseguiti negli ambiti considerati materiali, seguendo le indicazioni del documento “Sdg Compass” messo a punto da Gro, Un Global Compact e World Business Council for Sustainable Development – Wbcsd».
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«Il 2022 non segna una “svolta” della Fondazione», ha detto a Lajatico, proprio Bocelli, davanti a oltre 120 fra stakeholder e amici, fra cui il commissario alla ricostruzione del sisma 2016, Guido Castelli (foto sotto, ndr), con un gruppetto di sindaci marchigiani, tutti variamente innamorati di Abf, il cui supporto hanno sperimentato già nei primi giorni della ricosturzione. «Si svolta», ha spiegato il tenore, «quando si lascia la via percorsa per un’altra, quando si sterza seguendo una traiettoria nuova e diversa. L’anno trascorso amplia, piuttosto, una via solidamente tracciata, allarga e moltiplica le proprie corsie. Saldamente conservando la vision e la mission che sono l’humus germinativo, che sono il codice genetico che ha dato vita ad Abf (senza quindi sottrarre forze alla ricerca, alla lotta alla povertà ed all’emarginazione sociale), abbiamo dato un peso specifico maggiore alla parola “empowerment”, considerando fondamentale, per ciascuno, la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni ed azioni. Abbiamo quindi puntato con ancora più forza sull’educazione: un concetto più ampio e ambizioso della mera istruzione, poiché quest’ultima impartisce e addestra, mentre i progetti Abf puntano a offrire gli strumenti per estrarre (come l’etimologia stessa di “educazione” suggerisce) le potenzialità delle nuove generazioni, formando alla comprensione e all’ascolto».
Ma non è stato solo uno sciorinare numeri, ieri a Lajatico. Certo i numeri ci sono e son significativi, come sfogliando il bilancio si può constatare ma, come recita la nuova campagna della fondazione, Abf è fatta di storie, storie di persone che vengono toccate da vicino dai progetti che la Andrea Bocelli Foundation porta attivamente in Italia e nel mondo. E infatti, in chiusura, la platea ha conosciuto le storie di Benedetta, dalle zone del Centro Italia martoriate dallo sciame sismico del 2016, e di Gerald, dalle baraccopoli di Haiti. «Seppur diverse e uniche», hanno spiegato quelli di Abf, «sono accomunate dai nostri progetti di empowerment che da sempre hanno l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà a causa di malattie, condizioni di povertà ed emarginazione sociale a superare le barriere socio-economico ed esprimere al meglio il proprio potenziale».
Storie che ci fanno tornare all’inizio del viaggio: a quell’In-pactum, ossia “dentro” il “patto”, che Abf ha voluto scegliere per battezzare l’evento. «Perché la sostenibilità per noi», ci ha detto la d.g. Biancalani a margine dell’incontro, «è mantere gli impegni presi coi nostri stakeholder».
Le foto sono di Giacomo Moresi per Abf Foundation
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