Non profit

Guzzetti: «Più tasse significa meno erogazioni al non profit»

Dura reazione del presidente dell'Acri all'emendamento sull'Imu: «Se passasse questo principio ci saranno conseguenze pesanti non solo per il non profit, ma anche per la collettività, proprio mentre lo stato sociale si ritira»

di Stefano Arduini

L'emendamento per togliere l'esenzione dall'Imu per gli immobili delle  Fondazioni? "È una battaglia contro un moscerino", la metafora è del presidente dell'Acri e della  Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, riferendosi al maggiore onere di 600mila euro l'anno che gli enti bancari
dovrebbero pagare per quelli immobili di proprietà esenti  dall'imposta in quanto destinati esclusivamente ad attività non profit. L'emendamento al decreto sui costi della politica passato in commissione in Senato "è inoltre una discriminazione incostituzionale  nei confronti delle Fondazioni che fruiscono di un'esenzione non in quanto tali, ma in quanto enti che svolgono  un'attivita' non profit». A quali conseguenze – si chiede ancora Guzzetti – potrebbe andare incontro l'intero terzo settore se passasse questo provvedimento?.  

Vale la pena ricordare poi che le Fondazioni di origine bancaria hanno finora goduto dell’esenzione Imu, come prima di quella Ici, al pari degli altri soggetti non commerciali, solo per gli edifici utilizzati esclusivamente per l’attività filantropica, perché sono organismi privati non profit, definiti tali per legge (la Ciampi del ’98-99) e riconfermati in questa loro identità dalla Corte Costituzionale nel 2003, in quanto svolgono attività sociale, come il sostegno alle categorie sociali deboli, la ricerca, l’arte, alla cultura, la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo civile ed economico dei territori. Emendamenti finalizzati ad escluderle da questa regola – sostiene l'Acri in un nato – oltre ad essere discriminatori rispetto alle Fondazioni di origine bancaria, penalizzano la collettività. Appesantire le imposte che gravano sulle Fondazioni vuol dire, infatti, meno risorse per l’assistenza agli anziani, per i giovani, per le università, per gli ospedali, in uno dei momenti di più intensa crisi dello stato sociale in Italia.

Per l’Imu quest’anno (2012) le Fondazioni sborsano circa 3 milioni di euro. Solo per gli edifici utilizzati esclusivamente per l’attività filantropica ne sono state esentate. Il valore complessivo di questa esenzione, come già ricordava Gizzetti, vale appena 600mila euro. Gli investimenti immobiliari delle Fondazioni di origine bancaria d'altro canto rappresentano solo il 2,1% del totale e la quota degli edifici delle Fondazioni esentati dall’Imu è una parte molto modesta. La quasi totalità del patrimonio delle Fondazioni infatti è investita in attività finanziarie, sulle cui rendite esse pagano come gli investitori profit, cioè il 20%.

Nel tempo, ricorda Guzzetti, "le Fondazioni hanno visto  togliere ogni agevolazione fiscale e in questo momento  pagano le tasse come tutti i cittadini e le imprese". Non c'è infatti solo l'Imu. La modifica del regime dell’imposta di bollo si tradurrà, a partire dal 2013, in una "minipatrimoniale da  svariate decine di milioni l'anno", per usare ancora le parole del numero uno dell'Acri.  "L'aumento delle tasse si tradurrà in minori erogazioni per il  non profit» conclude Guzzetti, «e questo mentre lo stato sociale va alla malora e noi Fondazioni e il Terzo Settore siamo impegnati nel  togliere il disagio sociale nel Paese. Ridiamo per non piangere".
 

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