Politica

Guzzetti: «le fondazioni sono di tutti gli italiani»

Un convegno a 20 anni dalla legge Amato

di Maurizio Regosa

Si è svolto stamattina, a Palazzo Montecitorio, il convegno organizzato dall’Acri Fondazioni: eredi di comunità, figlie del Parlamento. Un’occasione per fare il punto sui primi 20 anni dalla legge Amato che appunto creò le fondazioni di origine bancarie e aprì un percorso di crescita per tutto il non profit. Non si è trattato però solo di fare memoria di quello che fu – in parte sì, ma con un occhio all’attualità e ai suoi rischi – soprattutto si è tracciato un bilancio sull’autonomia, l’efficacia e le prospettive di evoluzione del sistema fondazionale di origine bancaria.

Un sistema che, come ha sottolineato l’avvocato Giuseppe Guzzetti di Acri, appartiene «a tutti gli italiani» (a fianco potete leggere la traccia del suo intervento): «le fondazioni di origine bancaria sono, infatti di quelli che appartengono alle loro rispettive comunità di riferimento, ma anche di tutti gli altri perché nel loro insieme, in ciò che fanno, nella cultura della sussidiarietà che emblematicamente rappresentano, possono essere una marcia in più per l’Italia».

Nei fatti lo sono, e da alcuni anni. Come investitori istituzionali, come soggetti di filantropia (negli ambiti più tradizionali e nelle emergenze, come testimoniano anche i 12 milioni di euro destinati all’Abruzzo terremotato). Come attuatori di sussidiarietà orizzontale (lo ha sottolineato anche Maurizio Lupi, richiamando l’urgenza di stabilizzare il 5 per mille e della riforma del Codice civile) e come soggetti di democrazia partecipativa e del liberalismo sociale, (come le definisce Alberto Quadrio Curzio). Soggetti sottoposti alla vigilanza di legittimità da parte del ministero dell’Economia, ma soprattutto «al controllo sostanziale dei cittadini, degli enti democratici eletti, delle associazioni del terzo settore, che sui siti internet possono conoscere fin nei dettagli l’attività delle fondazioni, dei loro organi», ha sottolineato Guzzetti aggiungendo che le fondazioni «sono uno strumento prezioso per concorrere al rilancio del Paese».

Oltre al presidente della Camera, Gianfranco Fini (ha ricordato fra l’altro l’urgenza di sostenere nuove partnership fra pubblico e privato che valorizzino il non profit), al messaggio del Capo dello Stato attuale e del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, da segnalare il contributo di Giuliano Amato, che ha sottolineato la necessità di tener distinti il mondo finanziario e quello politico e invitato le fondazioni a concorrere a sostenere il 150° dell’Unità.

 

 

 

 


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