Non profit

Guzzetti (Acri), emendamento Tremonti incostituzionale

«Lo Stato non ha dato mai una lira, ha preso solo le tasse. E non hanno mai dato una lira neanche gli enti locali»

di Gabriella Meroni

”Si rilevano elementi di incostituzionalita’ in merito alla nuova disciplina proposta che, dove il Parlamento non provvedesse a rimuovere l’emendamento, saranno fatti valere nelle sedi opportune”. Lo ha annunciato il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti nel corso di una conferenza stampa per annunciare ”la totale inopportunita’ del metodo scelto” dal governo per l’introduzione delle modifiche alla legge sulle fondazioni bancarie. Il presidente dell’Acri ha poi spiegato che soprattutto la norma riguardante ”la compressione ulteriore dell’autonomia delle Fondazioni, portata a simili livelli dall’emendamento e’ incostituzionale”. Inoltre, Guzzetti ha annunciato che l’associazione delle casse di risparmio sta inviando a tutti i parlamentari della commissione Bilancio un documento ”per far conoscere la nostra opinione sull’emendamento”. Per Guzzetti, ”se questi elementi di incostituzionalita’ non verranno rimossi saranno fatti valere davanti alla Corte”. Ma le Fondazioni non vogliono tutto questo. Avrebbero preferito la strada del dialogo con le istituzioni e che fosse proseguita l’indagine conoscitiva, avviata dalla commissione Finanze della Camera, sullo stato di applicazione della riforma delle Fondazioni bancarie. Successivamente Guzzetti ha tenuto a sottolineare che l’Associazione ”non ha ancora preso nessuna iniziativa legale”, Ma se l’emendamento non viene ritirato o comunque corretto, le fondazioni adiranno le vie legali perché sostengono che la riforma voluta dal ministro Giulio Tremonti presenta ”elementi di incostituzionalita”’. Secondo Guzzetti, stando al giudizio dei giuristi, gli elementi di incostituzionalita’ potrebbero essere molteplici, a cominciare dalla differenza di trattamento tra le fondazioni e altri soggetti economici privati fino alla carenza di motivazione per arrivare a quella che lo stesso Guzzetti ha definito ”una controriforma”. L’emendamento Tremonti, sempre secondo il presidente dell’Acri, ”stravolge senza un minimo di riflessione, la riforma Ciampi da noi giudicata in maniera positiva, lede l’autonomia delle fondazioni e le ripubblicizza, non riconosce cioè più alle fondazioni il carattere di soggetti giuridici privati con piena autonomia finanziaria e gestionale”. Quanto al maggior peso attribuito alla Banca d’Italia con l’emendamento, Guzzetti non si sbilancia. ”Noi – ha dichiarato – abbiamo rilevato che nelle formazione delle sgr, le societa’ di gestione a cui dovra’ essere trasferito il patrimonio delle fondazioni, ci sono competenze di Banca d’Italia e Tesoro. Ma su questo non c’e’ ancora un pronunciamento”. Il presidente dell’Acri sottoliena poi che il patrimonio delle Fondazioni e’ privato, ed e’ ”il frutto del lavoro di generazioni di donne e uomini che hanno lavorato nelle Casse di risparmio e negli istituti di diritto pubblico. Lo Stato – ha aggiunto – non ha dato mai una lira, ha preso solo le tasse. E non hanno mai dato una lira neanche gli enti locali. E’ un patrimonio privato, che ha una destinazione pubblica, sociale, amministrato sotto il controllo della Vigilanza. E per questo l’emendamento ha elementi per noi inaccettabili”. Guzzetti, poi, critica l’emendamento anche perché contiene una sorta di sussidiarieta’ alla rovescia”. Secondo l’emendamento, afferma, ”noi dobbiamo contribuire a ridurre la spesa pubblica. La sensazione e’ che si faccia una operazione cercando di sollecitare, indicare una maggiore presenza sul territorio, ma in realta’ si reintroduca un pensantissimo centralismo statale”. Il provvedimento, sintetizza ancora il presidente dell’Acri, ”stravolge repentinamente, senza un momento di riflessione, la riforma Ciampi da noi giudicata positiva ed entrata in vigore da poco, su cui avremmo gradito una verifica. Il nodo fondamentale e’ l’autonomia delle fondazioni, se sono persone giuridiche private con piena autonomia gestionale e finanziari non si possono ridurre a serventi del potere centrale”. L’Acri, infine, lascia aperta la porta del dialogo. ”Se c’e’ disponibilita’ ad interloquire – dice Guzzetti – le Fondazioni sono disponibili. Quando si ricorre a magistrati ed avvocati sono sempre brutti momenti”.


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