Mondo
Guinea Equatoriale: iniziato il processo dei presunti mercenari
Arrestati nel marzo scorso, sono accusati di tentativo di colpo di Stato
Si è aperto oggi a Malabo, la capitale della Guinea Equatoriale, il processo contro 14 presunti mercenari, fra cui otto sudafricani e sei armeni, accusati di “delitti contro il capo di Stato che compromettono la pace o l’indipendenza dello Stato”, di “tradimento, detenzione illecita di armi e di munizioni, terrorismo e detenzione di esplosivi”.
Guidati dal sudafricano Nick du Toit, i presunti mercenari avevano secondo l’accusa la missione di rovesciare il presidente equato-guineano Teodoro Obiang Nguema, al potere dal 1979. Il gruppo è stato arrestato all’aeroporto di Malabo il 6 marzo scorso, per poi essere incarcerato. Uno degli arrestati, un tedesco, è deceduto in carcere, ufficialmente per via di una complicazione di un paludismo cerebrale, ma secondo Amnesty International la sua morte sarebbe “apparentemente conseguita a delle torture”.
Mentre si è appena aperto il processo di Malabo, un altro è in corso ad Harare, in Zimbabwe, e riguarda sempre dei presunti mercenari, e sempre per la stessa accusa. Secondo le autorità locali e equato-guineane, i 70 presunti mercenari arrestati all’aeroporto della capitale zimbabweiana erano in procinto di raggiungere il gruppo di Malabo per rovesciare Nguema.
Gli avvocati dei mercenari di Harare temevano l’estradizione dei loro clienti in Guinea-Equatoriale, ma lo stesso presidente Nguema ha assicurato al settimanale francofono Jeune-Afrique L’intelligent che non avrebbe richiesta la loro estradizione a Malabo. Il presidente equato-guineano ha poi aggiunto che i mercenari processati nel suo Paese non rischiano la pena di morte.
Dietro questa torbida vicenda, vi sarebbe secondo Malabo la mano dell’oppositore Severo Moto, attualmente residente a Madrid alla guida di “un governo in esilio”. Malabo ha chiesto in vano alla Spagna la sua estradizione, ma finora Madrid ha risposto picche. Le accuse del governo equato-guineano sarebbero “avvalorate” dalle confessioni fatte sulla Tv nazionale dal capo dei presunti mercenari, Nick du Toit, il quale ha dichiarato di essere stato incaricato da Severo Moto di rapinare il capo di Stato.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.