Volontariato

Guido Bolaffi: «è la resa della legge»

Intervista al capo dipartimento del Ministero della Solidarieta' sociale sulla ritardata emanazione del decreto sui flussi dei lavoratori extracomunitari

di Redazione

Guido Bolaffi, capo dipartimento del ministero della Solidarietà sociale, è un profondo conoscitore dei temi dell’immigrazione. Ha da poco pubblicato per Einaudi il saggio “I confini del patto. Il governo dell’immigrazione in Italia”. La programmazione negli ingressi degli stranieri è uno dei cardini della legge sull’immigrazione, di cui lei è uno dei massimi esperti. Eppure il decreto sui flussi dei lavoratori stranieri per il 2001 non è ancora stato emanato. Che impressione le fa? È un fatto molto grave. Siamo a metà aprile, e non è accettabile che ancora non si sappia quanti lavoratori stranieri potranno entrare legittimamente in Italia con la certezza di un posto di lavoro. La legge in questo è molto chiara: le quote vanno fissate l’anno precedente per il successivo. Invece sono passati quattro mesi… Quali conseguenze deriveranno da questo ritardo? Semplice: la società farà da sola. Senza programmazione e controllo dello Stato, il mercato deciderà di chi ha bisogno e di chi no, obbedendo esclusivamente alle proprie leggi, che non sono certo migliori di quelle pubbliche. Ci saranno degli esclusi e dei privilegiati. E questo non è un bene. Come giudica l’anticipazione del decreto flussi sugli stagionali, che premia le richieste delle regioni del Nord e lascia il Sud senza forza lavoro regolare? Accade esattamente quello che secondo la legge non dovrebbe accadere. Al Nord decide il mercato, e migliaia di stagionali si inseriscono in settori di lavoro che gli italiani non vogliono più svolgere; al Sud invece le stesse occupazioni sono svolte da clandestini, perché lì il mercato non è abbastanza forte per assorbirli tutti nell’economia regolare. Così si supplisce alle necessità economiche con i clandestini. è la resa della legge, che con i flussi aveva l’intento di impedire che ciò avvenisse.


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