Sostenibilità

Guidare al naturale. La benzina che batte lo smog

Si chiama bioetanolo il carburante verde che potrebbe aprire una nuova era nella lotta all’inquinamento. E la Shell ha in mano le chiavi del progetto (di Luca Leone)

di Redazione

Il gigante petrolifero Royal Dutch/Shell ha acquisito all?inizio di maggio, per 29 milioni di dollari, il 20 per cento nella società canadese Iogen Energy. Il valore strategico dell?operazione va ben oltre la tendenza delle multinazionali a monopolizzare i mercati locali attraverso l?acquisizione di aziende nazionali. La piccola compagnia canadese ha infatti sviluppato recentemente un procedimento per la produzione di un carburante verde, il bioetanolo, risultato della fermentazione degli zuccheri costitutivi (polimeri glicosidici) della paglia e del legno. L?additivo, aggiunto alle benzine tradizionali, produce una riduzione delle emissioni di biossido di carbonio fino al 90 per cento.

Biodiesel superato?
Attualmente sono già in produzione combustibili naturali cui sono aggiunti additivi verdi, con la conseguente riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Un esempio è il biodiesel, o diesel B. In questo caso l?olio estratto da semi di girasole e colza viene trans-esterificato con metanolo per ottenere il metilestere (il biodiesel), le cui caratteristiche commerciali sono simili a quelle del gasolio. Altro esempio è l?etanolo, estratto dallo zucchero di canna e dal mais e aggiunto a benzine senza piombo. In Brasile le automobili si muovono esclusivamente grazie all?etanolo.
Il bioetanolo non è una novità assoluta. Da alcuni anni questo alcol viene ottenuto tramite la fermentazione degli zuccheri di prodotti agricoli come i cereali (mais, sorgo, frumento, orzo), le colture zuccherine (bietola e canna da zucchero), la frutta, la patata, il topinambour (una specie di girasole tuberoso) e le vinacce derivate dalla produzione del vino.
All?inizio del 2001, il governo italiano decise di presentare un pacchetto di iniziative sugli ecocarburanti. La Confagricoltura rispose con entusiasmo e ipotizzò di mettere a coltura 300mila ettari di campagna per la produzione esclusiva di bioetanolo e biodiesel. Confagricoltura aveva fatto i suoi calcoli, non solo in favore dell?ambiente. Si sarebbero infatti creati più di 4 milioni di giornate di lavoro l?anno, equivalenti a 18.500 nuovi occupati. Ma il progetto non decollò. Nonostante sia possibile ottenere circa 30 chili di combustibile naturale e altrettanti di mangimi da 100 chili di cereali fermentati: un ottimo rendimento. E nel 2000, il 5 per cento della produzione di mais statunitense è stata trasformata in 6 miliardi di litri di bioetanolo.

La Shell trova un tesoro
La Iogen Energy, però, ha fatto un passo in avanti. Ha deluso le speranze di creare nuovi posti, ma ha dato una ragione in più alla Shell per investire in questa nuova tecnologia. La Iogen Energy può infatti estrarre bioetanolo dall?erba secca e dal legno di scarto. I costi di produzione della benzina ecologica sarebbero in questo modo davvero esigui. Il problema della destinazione delle biomasse derivanti da scarti agricoli, oggi bruciate o buttate in discarica, sarebbe risolto. Lesley Taylor, portavoce di Shell Canada, si è affrettata a precisare che la compagnia petrolifera «utilizzerà commercialmente la scoperta appena possibile». L?uso della benzina miscelata al bioetanolo, inoltre, non provocherà neppure problemi ai motori attualmente in circolazione: in Europa basterà non aggiungere alle benzine più del 5 per cento di bioetanolo, negli Stati Uniti non più del 10.

info
Iogen Energy: www.iogen.ca
Shell: www.2shell.com/ home/Framework

Luca Leone

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