Sostenibilità
Guida al ciclismo sano. I nomi da conoscere. Tutto un popolo in sella
Su strada o per i campi. Uisp, Fiab, Csi, Us Acli: sono queste le sigle che fanno correre e divertire milioni di italiani (di Stefano Arduini e Paolo Manzo).
Un sabato qualsiasi, con il ghiaccio per terra e migliaia di ciclisti per le strade di Lombardia. O a Pieve di Soligo, angolo sperduto del trevigiano, dove ci saranno stati come minimo 40 ragazzini di dieci-dodici anni. Tutti in calzoncini e maniche corte, in un angolo buio, all?ombra, alle nove del mattino. La faccia color verde per il freddo, ma tutti in piazza, a fare le foto d?inizio stagione. Con mamme e papà al seguito.
È questo il ciclismo che piace a Paolo Broggi, vicedirettore di Tuttobici, perché “sino ai 16 anni, sino a quando non si entra nella categoria juniores, il ciclismo non è esasperato. E i bambini sono felici di pedalare”.
Auro Bulbarelli, voce Rai per le due ruote, adora il ?cavallo d?acciaio? perché “capace di trasmettere emozioni impagabili, che nessun?altra pratica sportiva dà. Il contatto con la natura, la possibilità di conoscere con calma posti nuovi, profumi, la fatica della salita, lo scollinamento agognato, il brivido della discesa. Il ciclismo è scuola di vita, soprattutto se praticato senza esasperazione”. Certo, ci sono problemi per chi vive in città come Milano, dove è tecnicamente impossibile pedalare in tranquillità ma, spiega Broggi, “anche i centri abitati che geograficamente hanno più difficoltà, perché non sono in pianura, stanno cercando spazi da dedicare esclusivamente alle bici. Nella mia città, Varese, è stata costruita una pista ciclabile tutta attorno al lago e che è frequentatissima, soprattutto la domenica, dalle famiglie in bici. È persino bello da vedere”.
Ma, oltre alle piste ciclabili, un altro modo per riavvicinare i più piccoli al mondo delle due ruote è il ciclocross. Sport con grande valenza educativa per il bambino, che è a contatto con un ambiente incontaminato, sta lontano dai pericoli della strada e, in più, si diverte un sacco a scendere per viottoli e stradine sterrate. Sergio Introzzi lo ha capito subito, e dopo aver conseguito il diploma Isef alla Cattolica di Milano, ha avviato una scuola di ciclocross a Sirone (in provincia di Lecco) dove bambini di 12 anni vanno due volte la settimana, per imparare a pedalare fuoristrada. “Insegniamo i rudimenti della tecnica crossistica, ossia a salire e scendere dalla bici, a portarla in spalla, a frenare e curvare. Loro si divertono e, chi viene alla mia scuola, lo fa per svagarsi e respirare un po? di aria buona. L?iscrizione è gratuita e a Rovato, in provincia di Brescia, abbiamo aperto un altro centro”, conclude Sergio Introzzi (tel. 031.887272, serintro@tin.it)
Adulti e bambini pedaleranno invece insieme in 150 città italiane il 23 maggio prossimo in occasione di Bicincittà. La tradizionale parata ciclista organizzata dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti) che l?anno scorso ha radunato 90mila amatori e che quest?anno sarà dedicata a una campagna per rendere più sicuri i percorsi ciclabili nelle nostre metropoli.
In quell?occasione si raccoglieranno fondi per la costruzione di ludoteche mobili che, guidate dagli operatori dell?ong Peace games-Uisp, percorreranno le strade della ex Jugoslavia. Ma la Uisp, così come il Csi (Centro sportivo italiano) e l?Us Acli (Unione sportiva dell?Associazione dei lavoratori cristiani) sono gli approdi naturali per chi avesse velleità di misurarsi al manubrio senza avere i polmoni dei campionissimi. Per l?iscrizione bastano pochi euro, da un minimo di 6 a un massimo di 10, e in palio ci sono prosciutti, affettati, tagli di carne o trofei di varia grandezza, “mai denaro”, precisa Daniele Rosini, responsabile del settore ciclismo del Csi. “Le gare che organizziamo per i nostri 3mila iscritti non durano più di un giorno, coinvolgono 100, 150 partecipanti e hanno un chilometraggio che si attesta fra i 60 e i 90 chilometri”, continua Rosini. Sulla stessa lunghezza d?onda Alfredo Cucciniello, presidente dell?Us Acli, che prima ricorda la festa del ciclismo che si celebrerà a Pesaro fra il 20 maggio e il 6 giugno e poi traccia l?identikit dell?amatore tipo: “Generalmente uomo, dai 35 ai 50 anni, spesso con un passato da dilettante”.
La domanda è d?obbligo: circolano sostanze strane? Cucciniello risponde così: “Lo escludo. Nelle nostre competizioni si assumono solo integratori energetici”. Ma Rosini, lui stesso ciclista della domenica, dice: “Attenti, il mondo degli amatori è molto variegato e ci sono quelli che puntano alla vittoria a testa bassa. Anche al nostro livello certe sostanze, come Epo, Gh e anfetamine, non sono del tutto assenti”.
Più rassicurante invece la testimonianza di Lello Sforza, vicepresidente della Fiab (Federazione italiana amici della bici). Fa l?impiegato, vive a Bari e ogni giorno, a 43 anni, percorre in sella 40 chilometri per andare da casa al lavoro. Faticoso? “Macché fatica, questo è il mezzo meno stressante, meno inquinante e meno caro che esiste”. “Il problema sono i diritti calpestati. Noi chiediamo pari dignità con la mobilità motorizzata”, attacca Sforza.Uno slogan che riecheggerà per le strade italiane il prossimo 9 maggio in occasione di Bimbimbici
Stefano Arduini
Paolo Manzo.
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