Famiglia

Guerra tra parenti per i diritti del nome Capone

I discendenti di Al, il leggendario gangster italo americano, si danno battaglia legale

di Redazione

A oltre sessant’anni dalla morte di Al Capone è scontro tra i suoi discendenti dopo che una pronipote del boss, Deirdre Marie Capone, ha annunciato di voler pubblicare un libro di ricordi sugli anni trascorsi in compagnia del leggendario gangster italoamericano. L’opera, riferisce l’edizione online del Wall Street Journal, si chiamerà “Zio Al Capone” e la sua uscita nelle librerie è solo questione di tempo. Un’iniziativa che non è andata giù agli altri membri della famiglia, che promettono guerra a chiunque intenda speculare sul nome dello zio.

«Non lo leggerei nemmeno se qualcuno me lo regalasse», è il commento di Teresa Hall, nipote di Al Capone. Dello stesso avviso Katherine Seal, bisnipote del boss. «Bisogna chiedersi a chi giova tutto questo», ha dichiarato, «È morto da 60 o 70 anni, perchè parlare ancora di lui?». Deirdre, oggi settantenne e nonna, difende però la sua iniziativa. «Mi sono seduta sulle sue gambe, ho accarezzato la sua cicatrice. Quanti storici che hanno scritto libri su di lui non hanno neppure sentito la sua voce?», si domanda.

A surriscaldare gli animi nella famiglia Capone c’è però anche un’altra vicenda, quella di Chris Knight Capone, un 38enne di New York che sostiene di essere il nipote del boss. Autore due anni fa di un libro, “Son of Scarface”, in cui sostiene che suo padre sarebbe il figlio illegittimo di Al Capone, Chris ha chiesto a un tribunale di Chicago di riesumare la salma del boss ed effettuare il test del Dna. Per calmare gli animi in famiglia, Deirdre ha già avanzato una proposta: fondare una società per tutelare i diritti d’immagine del gangster, a beneficio di tutti i discendenti. Tutti tranne Chris, ovviamente.

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