Non profit

Guerra: il taglio? Problema di Monti, non nostro

Per il sottosegretario la competenza è dell'Economia

di Gabriella Meroni

“Noi riceviamo ordini dalla Ragioneria dello Stato, che ci comunica gli importi del 5 per mille da distribuire agli aventi diritto. Non possiamo intervenire sul quantum in nessun caso, meno che mai per un 5 per mille del 2010. Certo, capisco che se il taglio fosse davvero di 80 milioni sarebbe un problema, ma l’unico che può intervenire è il ministero dell’Economia”: sono queste le parole del sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Maria Cecilia Guerra, interpellata da Vita in merito alla lettera aperta indirizzata da molte fra le più note sigle del non profit italiano e a oggi sottoscritta da oltre 1400 soggetti (per aderire clicca qui) per chiedere chiarimenti sulla riduzione della quota del 5 per mille 2010.

In quell’anno infatti i contribuenti italiani firmarono in massa (oltre 16 milioni) e destinarono così alle organizzazioni beneficiarie 463 milioni di euro. Questa somma tuttavia non sarà distribuita per intero, perché già si sa che quella disponibile ammonta a 383 milioni.
Il ministero dell’onorevole Guerra come si sa è incaricato della distribuzione materiale delle quote del 5 per mille, e gli uffici di via Fornovo a Roma stanno proprio lavorando in questi giorni per erogare le somme “decurtate” del 2010. Ma – come sottolinea la stessa on. Guerra – “il ministero delle Politiche sociali non gestisce il 5 per mille, lo destina soltanto. Se effettivamente i milioni da erogare fossero molti meno di quelli decisi dagli italiani, l’unico titolato a intervenire in qualche modo sarebbe il ministero dell’Economia. Io per parte mia”, conclude Maria Cecilia Guerra, “prendo l’impegno a informarmi a mia volta su quanto sta accadendo, ma sempre nel rispetto delle competenze. Per quanto dovesse competere a noi, la disponibilità a fare qualcosa c’è. Ma temo non sia in nostro potere”.

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