Politica

Guerra: «Il nuovo Isee? Io ci spero ancora»

Social card e nuovo Isee: sono i due fronti su cui più ha lavorato il sottosegretario Guerra. Che confida che «prima di Natale» il Consiglio di Stato sbloccherà il nuovo Isee. Ma per la social card tradizionale, «ad oggi il rifinanziamento non c'è».

di Sara De Carli

E adesso che il governo Monti ha i giorni contati, che fine fa il nuovo Isee? Nasce o non nasce? In questi tredici mesi la riforma dell’Isee è stata al centro del lavoro del sottosegretario Cecilia Guerra, con punte di contrasto anche forte con il mondo delle associazioni – basti pensare alle trattative di fine giugno, sulle franchigie da riconoscere alle persone con disabilità – ma con la consapevolezza condivisa che mettere mano a un strumento vecchio di più di dieci anni fosse una necessità urgente per parlare di equità. Il nuovo Isee, dato da mesi come imminente, però non ha ancora visto la luce.

Sottosegretario Guerra, il nuovo Isee farà in tempo a nascere?
Il nuovo Isee è al vaglio del Consiglio di Stato, quindi i tempi non sono più sotto il nostro controllo. Dopo il Consiglio di Stato, dovrà passare alle Camere, che devono esprimere un parere non vincolante in 20/40 giorni. Diciamo che i tempi non dipendono più da noi, ma sono ancora compatibili con i tempi della legislatura.

Voi quando lo avete trasmesso al Consiglio di Stato?
Un po’ in ritardo per il concerto con l’economia: a metà novembre. Ma io spero prima di Natale di avere il parere del Consiglio di Stato.

Ci spera?
La partita non è ancora persa. Sarebbe un passo importante, perché gli enti locali lo stanno aspettando. Il vecchio Isee è da rivedere, lo sappiamo tutti, e senza uno strumento nazionale gli enti locali sono costretti ad arrangiarsi, col rischio che venga meno l’idea che sta alla base dell’Isee, cioè quella di una visione unificante della situazione di ciascuna famiglia, da Milano a Palermo.

A Parma la giunta Pizzarotti ha appena cancellato il Quoziente Parma, perché tanto da gennaio 2013 ci sarà il nuovo Isee…
Appunto. Anche se, diciamolo subito, pure senza intoppi dopo il Consiglio di Stato ci vorranno almeno quattro mesi per l’entrata in vigore del nuovo Isee.
 
L’altro strumento che da un anno sembra sempre lì lì sul punto di nascere, ma che ancora non si è visto, è la social card sperimentale. A che punto siamo?
Il decreto per la sperimentazione nelle 12 città con oltre 250mila abitanti è pronto per la firma del ministero dell’Economia. Appena avremo la firma, si procede alla registrazione alla Corte dei Conti. Concretamente la sperimentazione partirà a marzo/aprile.

Ci sarà o no l’estensione della sperimentazione alle quattro regioni del Sud dell’obiettivo convergenza – Campania, Calabria, Sicilia e Puglia – per cui avete lavorato insieme al ministro Barca?
Siamo in trattativa con le Regioni. Su quattro, credo che in tre dovremmo riuscire a farla.

Chi delle quattro non ci sarà?
Siamo in trattative, le ripeto. Comunque se una non ci sarà, non sarà per una mancata condivisione dell’idea ma per problemi di disponibilità finanziarie.

La social card tradizionale invece è finanziata fino al 31 dicembre 2012. Il ministro Grilli a inizio novembre in un’audizione alla Camera aveva annunciato la “speranza” di sbloccare 180 milioni di euro per finanziare la carta acquisti da inserire nella legge di stabilità e poi di 180/200 milioni dedicati che dovrebbero andare a rimpinguare il fondo a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il sociale. Ci sono questi soldi?
Ad oggi il rifinanziamento della social card tradizionale non c’è. Il ministro dell’economia ha parlato di un fondo, ma io non le so dare una risposta certa.

Quindi la social card morirà il 31 dicembre 2012?
Spero di no. C’è la volontà di tenerla in piedi, ma come le dicevo il rifinanziamento ad oggi non c’è.

Com’è andata questa esperienza?
Se portassimo a casa le due cose di cui abbiamo parlato ora, da sole sarebbero valse il mandato. Per quanto mi riguarda, sono soddisfatta: abbiamo fatto cose significative con il poco che c’era.
 


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