Politica

Guerra fra Procure, Napolitano fa il Presidente

Intervento fortissimo del Capo dello Stato, estremo tentativo di salvare il prestigio della magistratura

di Franco Bomprezzi

 

L’intervento forte, drammatico, del presidente Giorgio Napolitano che chiede ogni informazione utile a capire che cosa sta succedendo nella guerra fra le Procure di Salerno e di Catanzaro, non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Ecco come i giornali raccontano e commentano i fatti.

 

“Guerra tra pm, interviene il Colle” è il titolo di apertura di Repubblica. Caso De Magistris, le procure si scambiano avvisi di garanzia e Napolitano vuole vederci chiaro e ha chiesto «ogni atto utile a meglio conoscere una vicenda senza precedenti». «Mai accaduta una cosa del genere», commenta Antonio Baldassarre che appoggia il Quirinale. «Riserve» esprime Di Pietro. A favore Veltroni… Il Pdl rilancia: “Alfano: giustizia nel caos, il Pd collabori” titola Vladimiro Polchi che riporta un virgolettato del ministro: «è l’implosione dell’ordine giudiziario che non solo si trasforma in potere, ma pretende anche di non incontrare limiti». Niente male come generalizzazione («l’onta finisce per coprire l’intero ordine giudiziario» ha detto in una intervista a Il foglio). Che però consente ad Alfano di tentare di cogliere al volo l’occasione, lanciando l’ultimatum a Veltroni (o con noi o con Di Pietro). Puntuale la risposta del ministro ombra del Pd, Lanfranco Tenaglia: «Il ministro deve comprendere che il confine tra riformismo e conservatorismo sulla giustizia è fra coloro che come il Pd ritengono che una buona riforma significhi ridare efficienza al sistema e ridurre i tempi dei processi e coloro che pensano invece all’eterno conflitto fra magistratura e politica». In mezzo allo scontro fra le procure, il mistero di una telefonata fatta da Mancino, vice presidente del Csm, ad Antonio Saladino  (ma risale al 2001 e l’avrebbe fatta un collaboratore di Mancino). La preoccupazione di Napolitano è il blocco dei processi in seguito al braccio di ferro in corso.

In appoggio, Francesco VIviano in “«Massoni, politici e poteri forti ecco chi ha fermato le mie inchieste»”, fa il punto sulle indagini di De Magistris (Why not?, Poseidone, Toghe Lucane). Molti virgolettati del magistrato che in sostanza conferma il titolo… Nel suo commento Giuseppe D’Avanzo parla di “Prestigio infranto della giustizia italiana”. Ecco un passaggio: «Sono ore di smarrimento per chi ha fiducia nella funzione giudiziaria. Un ufficio essenziale dello stato di diritto pare affidato a bande che si fanno la guerra in modo così estremo e furioso da coinvolgere anche l’arbitro. Del tutto irresponsabilmente, stracciano ogni apparenza di decoro, di leale collaborazione istituzionale».

“Guerra tra pm, stop del Colle” è l’apertura del Corriere della Sera. «Mancino: se ombre su di me pronto a lasciare, ma non ho timori. Nello scontro fra procure di salerno e catanzaro sul caso De Magistris, interviene il presidente Napolitano. Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino: pronto a lasciare se ci sono ombre su di me», riassume il Corriere nel titolo e nel catenaccio di prima pagina. I servizi sono alle pagine 2/3. Il doppio richiamo di Napolitano (“caso inedito con implicazioni istituzionali, provocata la paralisi della funzione processuale”) è un atto «senza precedenti» scrive Dino Martirano. Il quirinalista di via Solferino Marzio Breda firma invece il Dietro le Quinte: «Il capo dello Stato intende indagare fino in fondo e vagliare il rispetto delle regole in una prova di forma ormai tanto destabilizzante da mettere in torsione il sistema. Quando si sarà formato un’opinione precisa e completa, proverà a imporre una tregua».

Una pagina tutta dedicata a Why not, Napolitano e dintorni anche su il Sole 24 Ore. La situazione, in effetti, è grave e il Sole non minimizza, anzi. Parla di un intervento «a difesa della giurisdizione», di «un caso senza precedenti» e sottolinea la differenza tra chiedere atti giudiziari (che Napolitano non ha chiesto) e «ogni informazione utile» (come ha fatto appunto il Colle), e solo «ove possibile» gli atti. Stefano Folli ne Il Punto sottolinea il «nuovo stile» del Quirinale, ben cosciente che è da tempo in atto una sotterranea guerra tra magistrati e ha ben chiare le conseguenze devastanti di un tale conflitto. Inoltre si nota che i «compassati appelli» dei primi due anni di presidenza Napolitano si sono oggi trasformati in «costante grido d’allarme», quasi a colmare un vuoto istituzionale, avvertito anche dai cittadini, della politica, «sorda e cieca di fronte ai fattori di imbarbarimento del Paese».

La Stampa di oggi dedica diverse pagine alla richiesta da parte del capo dello Stato di avere notizie sulle inchieste che gli uffici giudiziari di Salerno e Catanzaro hanno aperto l’uno nei confronti dell’altro. Il quotidiano di Torino punta soprattutto sulla richiesta di Napolitano “di fare chiarezza” e mette insieme tutte le dichiarazioni rese da Luigi de Magistris alla procura di Salerno: negli atti di “Why Not”, quelli sequestrati dalla procura di Salerno, e “risequestrati” da quella di Catanzaro ci sarebbero le carte della “nuova P2”.  «Giancarlo Elia Valori pareva risultare ai vertici attuali della “massoneria contemporanea”» diceva De Magistris lo scorso anno ai procuratori di Salerno. E lo scorso settembre parlava di «aver raccolto gravi indizi sull’esistenza di una gestione illegale e occulta di settori rilevanti delle istituzioni, con radici in Calabria e ramificazioni in tutto il territorio nazionale». 

«Un’ipotesi investigativa» aveva aggiunto, sulla quale non gli è stato «consentito di condurre a termine» le ricerche. La Stampa pubblica accanto al pezzo sull’inchiesta di De Magistris la reazione di Clementina Forleo, gip a Milano e trasferita dal Csm a Cremona: «Ho appena letto quello che sta succedendo a Catanzaro. Il tempo è galantuomo. Spero, come cittadino e come magistrato che più di qualcuno abbia il coraggio di togliersi la toga per sempre per le sue azioni e omissioni nella vicenda in questione».

Il Giornale intinge a piene mani nei veleni di Why Not con un’ennesima carrellata di sbobinature e mega foto di De Magistris. Obiettivi: Mastella e Prodi. Di spalla due pezzi sull’iniziativa di Napolitano. In un articolo si spiega l’iniziativa del presidente. Un’iniziativa che non ha precedenti. «Ma anche il contrasto di questo livello tra due procure è assolutamente eccezionale» scrive Massimiliano Scafi. «Napolitano ha ottenuto un applauso bipartisan, con la significativa eccezione di Antonio Di Pietro, storico paladino delle toghe, sempre e comunque».

Apertura di Avvenire  su: “Scontro fra Procure. Interviene Napolitano”. Nell’editoriale di Marco Tarquinio, “Questa giustizia che ormai assedia se stessa”, si riprendono due concetti espressi da Napolitano: «la profonda inquietudine e il pressante senso di urgenza» di fronte alla gravità di questo sconcertante e «rischioso gioco al massacro» fra procure. Alla vicenda è dedicato il primo piano alla pagine 6/7. Le reazioni: Berlusconi: certe cose non devono accadere. Gaetano Pecorella, deputato Pdl, ne dà questa spiegazione: «Una volta entrata la politica nella magistratura questa finisce per intaccare le radici stesse della magistratura. Il Paese adesso non sa se a Catanzaro c’è una specie di associazione a delinquere tra magistrati con ramificazioni che arriverebbero addirittura al Csm, oppure se c’è un gruppo di magistrati che ha sentito la necessità di scrivere 1.700 pagine per fare una perquisizione con lo scopo evidentemente di diffondere dati e notizie». Il Guardasigilli Alfano invita il Pd a votare con la maggioranza la riforma della giustizia. Veltroni: approva l’iniziativa del Quirinale volta a garantire il regolare funzionamento dell’attività giudiziaria. Anche Castelli è d’accordo col Capo dello Stato, mentre Di Pietro sostiene che l’intervento del Quirinale rischia di criminalizzare preventivamente l’attività di indagine che sta svolgendo la procura di Salerno. Contrario anche Cossiga: «I magistrati inquirenti hanno lo stesso status dei magistrati giudicanti. Né il Capo dello Stato né il Consiglio superiore della magistratura sono competenti a occuparsi di vicende  come queste, senza violare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura».

La foto di un Napolitano corrucciato in prima del manifesto con il titolo a sfondare “La svolta di Salerno” introduce il tema dello scontro tra procure che diventa caso istituzionale. «Napolitano chiede gli atti della procura di Salerno che accusa quella di Catanzaro di aver silurato De Magistris. Dalla Calabria si risponde con 7 fascicoli su altrettante toghe campane. Csm nella bufera» è il sommario che rimanda all’articolo a pagina 5 di Sara Menafra intitolato “Bufera De Magistris interviene il Quirinale”. «Un uragano da film catastrofico. Che ora coinvolge Giorgio Napolitano e il vice presidente del Csm Nicola Mancino, convincendo il primo a compiere un’azione senza precedenti e chiedere ad un ufficio inquirente gli atti di una indagine in corso, il secondo a a minacciare le proprie immediate dimissioni. E il ministro Alfano a dichiarare al Foglio: “Siamo all’implosione di un ordine giudiziario, che non solo si trasforma in potere ma pretende anche di non incontrare limiti. Quel che è accaduto è un’onta sul sistema giudiziario” (…)». Interessante a fianco di questo un articolo su Licio Gelli: «Gelli promuove Berlusconi “Il programma P2 è fatto”». Del resto in prima pagina sul tema nel commento di Andrea Fabozzi “Il potere delle Iene” si legge: «Gli indagati indagano sugli indagatori (…) Una cosa del genere non si era mai vista, “vicenda senza precedenti” scrive il presidente della Repubblica per giustificare la sua mossa, mai vista anche questa. Se non al cinema, nella scena finale delle Iene: tre killer ognuno con la pistola puntata verso l’altro. Alla fine muoiono tutti. (…) È tornato giusto ieri a dire la sua Licio Gelli, lamentandosi che il suo piano piduista non è stato completato: manca appunto la separazione delle carriere dei magistrati e la divisione in due del Csm. Si sa che Berlusconi dovrebbe e vorrebbe provvedere. Sciaguratamente ha qualche argomento in più visto lo spettacolo pulp di Roma, Salerno e Catanzaro che si puntano i carabinieri in faccia. (…) E naturalmente agli spettatori della Repubblica nessuno racconterà la verità sugli inquinatissimi giochi bipartisan calabresi. Potranno però gustarsi un violento scontro tra poteri, cioè il solito vecchio film».


E inoltre sui giornali di oggi:

 

Crisi e misure economiche

Repubblica – A pagina 9, sondaggio dell’Osservatorio sul capitale sociale sugli effetti della crisi economica: “Quattro italiani su dieci riducono i consumi tra vestiti, viaggi e ristoranti”. Numeri e tabelle per confermare la sintesi del titolo e un commento di Ilvo Diamanti, “Perdita del lavoro e futuro dei figli sono i nuovi incubi delle famiglie” (prosegue dalla prima): una crisi che è stata percepita come inaspettata, ma alla quale gli italiani si sono rapidamente adeguati, riducendo stile di vita e consumi. La crisi ha però acuito la loro insofferenza (8 italiani su 10 pensa che gli altri siano pronti a fregarli) e acuito i problemi in famiglia. «Più che dal terrorismo e più che dalla criminalità comune gli italiani si sentono spaventati dall’economia. Dalla disoccupazione, come minaccia e come realtà… si assiste a un collasso emotivo, che influenza direttamente e profondamente le aspettative di mobilità sociale. Al ribasso». Preoccupazione ma non panico. Ecco il paradosso con cui conclude Diamanti: «la preoccupazione economica sembra oscurare la politica. Ritenuta – quasi – impotente, di fronte a quanto avviene. E quindi estranea. Peggio: incolpevole. Innocente».

Il Sole 24 Ore – Social card, debutto boom, con qualche difficoltà. Nonostante le polemiche, i 40 euro al mese piacciono agli italiani: 5 giorni dopo il via libera alle richieste, lunghe code a Caf e Poste per richiedere la carta e 60mila carte emesse. Si calcola però che solo il 40% di quelli che hanno ricevuto la lettera abbiano in effetti diritto alla misura, e di qui il caos. I Caf si attrezzano, mentre Tremonti ammette: «È un po’ complicata, ma non potevamo fare altrimenti».

Il Giornale – Intervista a Sacconi sui precari. «Nelle misure del governo c’è anche una sorta di assegno di reinserimento per i collaboratori a progetto che sono e devono essere dei lavoratori indipendenti… Sono ammortizzatori sociali in deroga. E con un accantonamento doppio rispetto all’usuale. Nell’articolo di Gian Battista Bozzo si dice che tra le misure del governo per ora si prevede una “indennità una tantum, variabile tra i 700 e i 1200 euro per i collaboratori a progetto. Il sostegno al redito dovrebbe toccare tra le 80mila e le 100mila persone)”.

Latte alla spina

Repubblica – A pagina 25: “Latte alla spina è allarme batteri «Stop alla vendita»”. Caterina Pasolini riferisce che 9 bimbi sono stati infettati da batteri contenuti in bottiglie di latte riempite alla spina. il ministero del Welfare in allarme sta pensando di inserire la dicitura “da bollire” sui distributori alla spina, disponibili Coldiretti e Confagricoltura. In una breve intervista Carlo Cannella, del Consiglio superiore di sanità, ricorda l’aurea massima sempre valida: «per evitare malattie è sufficiente bollirlo».

Province

Corriere della Sera – Gian Antonio Stella a pag 17 mette sotto accusa le province. Berlusconi in campagna elettorale disse: le aboliremo. Non se ne è fatto più nulla e intanto negli ultimi otto anni le spese di gestione sono cresciute del 65%. La lega: non si toccano. Il Pd frena, mentre Tremonti ritratta: è già tanto evitarne di nuove. Chiude Brunetta: «Sono enti inutili, ma non riusciremo a eliminarli».

Zimbabwe

Corriere della Sera – Il colera ha messo in ginocchio il Paese, quasi 600 morti, ma senza fognature e con il sistema sanitario in tilt il batterio ha già infettato 12mila persone

Moschee

Corriere della Sera – Il Vaticano contro la moratoria proposta dalla Lega sulla costruzione delle moschee. Monsignor Ravasi, presidente del pontificio consiglio per la cultura però avverte: verificare che non si trasformino in luoghi destinati ad altri fini. Il Corriere intervista anche l’arcivescovo Agostino Marchetto (segretario del consiglio vaticano con delega sui migranti): «L’allarme non fermi tutto. Un diritto la libertà di culto».  

Clima

il Giornale – Mentre Enel riempie di pagine pubblicitarie i giornali (cambiando addirittura la prima del Corriere della Sera) sul progetto Green Power, il Giornale (che ha a pagina 19 l’inserzione pubblicitaria)  si prende la briga di difendere lo stop di Tremonti al finanziamento delle case ecologiche, raccontando il caso di Staufen, la cittadina tedesca che anni fa ha fatto una scelta radicale in favole delle rinnovabili. Peccato che gli edifici fossero vecchi e la statica oggi ne risente in modo a dire del Giornale, drammatico. E allora? Bizzarro modo di fare informazione.

 

 


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