Politica

Guerra di nomine nei Csv

Il Comitato di gestione dei fondi destinati ai cinque Centri regionali è stato nominato solo a metà. Mancano i componenti designati dal volontariato. Che non riesce a mettersi d’accordo.

di Redazione

Come si fa ad avere 21 milioni di euro a disposizione e non riuscire a spenderli? Sembra un paradosso, ma è questo lo stagno in cui stanno soffocando i cinque Centri di servizio per il volontariato campani. Come denuncia il coordinatore regionale e presidente del Csv di Napoli, Umberto Morelli, «dallo scorso luglio la nostra attività è in stand by». La zavorra si chiama Co.Ge., sigla che sta per Comitato di gestione, l?organo di indirizzo dei fondi destinati ai Csv. Una breve cronistoria. Il 21 luglio 2005 scade il mandato del primo Co.Ge., istituito nel dicembre del 2004. Nonostante la legge preveda che il nuovo organismo entri in carica il giorno successivo alla scadenza del mandato precedente, l?iter per il reinsediamento dura 15 mesi. Il secondo Comitato infatti si costituisce di fatto solo il 27 ottobre 2006, nove mesi prima della scadenza del mandato. Il 21 luglio 2007 i Csv Campani si ritrovano quindi di nuovo senza cabina di regia. Da allora lo stesso film. Dei 15 membri del Co.Ge., a oggi sono stati indicati solo i nove nomi di pertinenza delle fondazioni di origine bancaria, dell?Acri e il rappresentante del ministero della Solidarietà sociale. Fra questi, in quota Compagnia di San Paolo, il presidente uscente Daniele Marrama: «Gli enti finanziatori hanno adempiuto ai loro obblighi per tempo». All?appello mancano i sei rappresentanti di nomina regionale, quattro dei quali dovrebbero venir indicati dalle organizzazioni di volontariato. Ma su questo versante il black out è clamoroso. Perché se è vero che la presidente del Consiglio regionale, Sandra Lonardo Mastella finora ha sempre eluso la questione, le schermaglie di veti e controveti hanno reso impossibile la presentazione della rosa di nomi anche da parte delle odv. «Mi auguro che l?impasse si risolva al più presto», dice Marrama. «Noi da parte nostra stiamo facendo tutte le pressioni possibili sulla Regione affinché dia un segnale di vita, ma non vedo da parte del volontariato la stessa decisione». E aggiunge: «Un atteggiamento che mi risulta difficile comprendere in un momento cruciale della vita dei Csv, che attraverso lo strumento della progettazione sociale potrebbero indirizzare risorse direttamente alle associazioni e non solo offrire servizi». Sul tappeto ci sono 21 milioni di euro, compresi gli avanzi di bilancio della gestione precedente. Morelli non dribbla la questione. «Vengo da due riunioni fallimentari: per trovare l?accordo non rimane che affidarci alla mediazione dell?Osservatorio regionale sul volontariato, altrimenti spero che il Consiglio regionale faccia di testa sua. Non sarà la modalità più consona, ma almeno usciremmo dalle sabbie mobili». I rappresentati delle fondazioni non sembrano però disposti a un?ulteriore attesa. Il 18 febbraio scade il termine del sollecito inviato alla Regione. Dopodiché Marrama promette di procedere «all?autoconvocazione del Comitato». Una forzatura permessa dalla legge, ma che indispettirebbe non poco i Csv, come conferma Morelli: «In un organismo così decisivo non può mancare la voce del volontariato». Che però non riesce ancora a parlare con una voce sola.


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