Economia
Guerini: «Al governo chiediamo dialogo e il completamento della riforma del Terzo settore »
In occasione dell’assemblea nazionale delle coop sociali di Confcooperative il presidente della Federazione Giuseppe Guerini lascerà l'incarico dopo 8 anni e due mandati. Il 5 giugno a Roma sarà eletto il suo erede. Ecco il suo bilancio e le aspettative sul nuovo esecutivo
Il prossimo 5 giugno a Roma si terrà l’assemblea nazionale di Confcooperative Federsolidarietà alla quale parteciperanno 500 delegati in rappresentanza delle 6.300 cooperative sociali, imprese sociali e consorzi aderenti. I lavori saranno aperti alle 10 con quella che sarà l'ultima relazione da presidente di Giuseppe Guerini. Abbiamo raggiunto Guerini per fare un bilancio della sua esperienza alla guida della Federazione di cooperative sociale e imprese sociali più grande d'Europa.
Quella che si accinge ad aprire sarà la sua ultima assemblea nazionale come presidente di Confcooperative Federsolidarietà. Quale il focus di questa edizione?
Le parole chiave sono contenute tutte nel titolo: “Persone & Comunità artefici di innovazione” L'idea è di centrare la nostra attenzione sul ruolo delle cooperative sociali come promotrici del protagonismo delle persone all'interno delle loro comunità attraverso un processo e un'attenzione particolare ai temi dell'innovazione, che sono molti. Penso ad esempio alla tecnologia, come l'intelligenza artificiale, che ha un grande peso nel mondo del lavoro. Ma penso anche al peso che le realtà che rappresentiamo hanno sull'innovazione sociale. Utilizzare un approccio all'economia come quello della cooperazione e della nuova impresa sociale permette di diminuire le diseguaglianze che invece in questi anni non si sono mai ridotte al livello degli altri paesi occidentali.
È da sottolineare come un certo tipo di innovazione è proprio resposnabile dell'aumento di queste diseguaglianze…
Si, le nuove tecnologie e il digitale stanno favorendo lavori meno tutelati e retribuiti e l'aumentare della diseguaglianza sociale. Un ruolo fondamentale dell'economia sociale sarà proprio quello di intervenire, arrestare e limitare questo fenomeno.
Sarà la sua ultima uscita da presidente. Com'è andata questa avventura?
Completo il mio percorso dopo due mandati, otto anni di lavoro alla presidenza. È arrivato il momento di cambiare. Rimrrò ovviamente impegnato nel mondo cooperativo. Otto anni di grandissimi cambiamenti e con grandi soddisfazioni. La Federazione è cresciuta per numero di cooperative associate che nel complesso sono cresciute per occupati e anche per fatturato. Gli indicatori economici e anche di attrattiva della Federazione verso le cooperative sociali sono. Un'altro motivo di soddisfazione è la coesione del nostro mondo che in un Paese dalle forti diseguaglianze ci vede presenti su tutti i territori. Poi c'è da ricordare la Riforma del Terzo settore che è stato un risultato importante che si accompagna alla partita vinta sul piano dell'Iva nelle prestazioni socio-sanitarie che ci ha permesso di sventare le sanzioni UE. Abbiamo anche sviluppato forme di collaborazione tra le realtà del terzo settore e la Pa che ci hanno portato al Codice appalti di oggi.
Ci sono anche rammarichi?
Se devo dire un risultato che non sono riuscito ad ottenere è il rinnovo del contratto collettivo per i nostri lavoratori. Quello purtroppo dovranno chiuderlo i miei collaboratori entro la fine del 2018.
In questi giorni è anche nato un nuovo Governo. Che idea si è fatto?
Ho seguito con interesse e curiosità gli sviluppi. C'è la curiosità di vedere che cosa metteranno in campo. Dobbiamo completare la Riforma del Terzo Settore. Il presidente Conte diceva proprio su Vita.it che sull'impresa sociale si può fare di più e noi siamo d'accordo. Chissà che non nasca qualche spunto positivo per migliorare ancora le cose. Per il resto bisogna aspettare di vedere cosa verrà proposto nel concreto.
È la prima volta del Movimento 5 Stelle alla guida del Paese. Una forza politica non molto amichevole con le cooperative. C'è preoccupazione?
Quello che è successo in questi anni è che il M5S non ha mai dimostrato particolare simpatia alle cooperative anche a causa di alcuni scandali. Ma ci sono temi come quelli della partecipazione, dell'ambiente, del contrasto alle diseguaglianze, della sostenibilità, della lotta alla povertà e della democrazia economica che penso possano essere un terreno di confronto e di lavoro.
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