Mondo

Guatemala: la violenza ci tiene in ginocchio

Lo afferma Rigoberta Menchú, premio Nobel per la Pace 1992, spiegando a El Pais i motivi che l'hanno indotta a candidarsi alle presidenziali del prossimo settembre

di Paolo Manzo

In Guatemala “la violenza ci tiene in ginocchio” e la criminalita’ organizzata, la corruzione e il narcotraffico sono “uno stato nello stato”. Da Madrid, dove ha appena ricevuto un premio dal ‘Club delle 25′, lo afferma Rigoberta Menchu’, premio Nobel per la Pace 1992, spiegando al quotidiano spagnolo ‘El Pais’ i motivi che l’hanno indotta a candidarsi alle presidenziali del prossimo settembre: “niente da perdere e tutto da guadagnare -dice- contribuire alla democrazia guatemalteca”. “L’economia e’ molto stabile -sottolinea- il Guatemala non e’ un paese povero, ma e’ impoverito per l’assenza di coscienza sociale. E c’e’ un divario enorme tra ricchi e poveri”, rileva Menchu’, sottolineando poi la sfiducia crescente della gente nei partiti tradizionali. Candidata dal ‘Fronte maya’ e dal partito di sinistra ‘Encuentro por Guatemala’, la premio Nobel invita comunque a non attribuirle etichette politiche: “la cosa piu’ importante e’ contribuire al processo democratico”, ribadisce Menchu’ che punta ad “alleanze e inclusioni” piuttosto che ad escludere. “Sto con la gente che sogna una vita degna”, dice ancora la premio Nobel ben sapendo, riguardo ai consensi che potra’ ottenere dagli indios, che “in Guatemala c’e’ gente a mio favore e gente contro”. E se diventera’ presidente non si fa illusioni: “oggi nei sondaggi sono al 75% del consensi come personaggio -spiega- immagino che, da politica, questo cambiera’ moltissimo. Ma occorre chiedersi a cosa serve un personaggio importante, un’immagine da vetrina, se poi non risolve nulla”.

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