Cultura
Guardate come germoglia il Welfare rurale
Biologico. Sempre più stretto il legame con il sociale
Mentre il biologico conquista sempre più le tavole degli italiani (con un aumento record del 9% nel primo semestre del 2007), la bio-agricoltura si innesta sempre più nel sociale: secondo una ricerca condotta da Aiab – Associazione italiana per l?agricoltura biologica crescono le aziende che producono alimenti biologici, realizzando un?economia sostenibile anche sotto il profilo ambientale e perseguendo finalità sociali. Ad esempio promuovendo l?inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Un fenomeno nuovo, al quale l?Aiab dedica giovedì 18 un convegno nella Città dell?altra economia di Roma (Agricoltura biologica per l?agricoltura sociale, è appunto il titolo). Al di là di alcune esperienze molto note (ad esempio quella di Libera che utilizza i beni confiscati alla mafia), l?idea di realizzare attraverso il lavoro agricolo percorsi di reinserimento sta prendendo sempre più piede. Un po? per le caratteristiche specifiche del lavoro agricolo (flessibilità, rapporto con la natura), un po? per quelle che connotano la forma imprenditoriale più diffusa (450 su 500 bio-fattorie sociali sono cooperative), fatto sta che questa forma di ?welfare rurale? sta germogliando?
Un fatto positivo che dà ragione a quegli osservatori che sempre più frequentemente sottolineano la necessaria convergenza di strumenti imprenditoriali (in senso ampio) e di finalità sociali. Ma anche un fenomeno che sollecita risposte almeno in parte nuove. «Perché le bio-fattorie siano effettivamente esempi efficaci di un nuovo modello di sviluppo rurale e di welfare territoriale», sottolinea Anna Ciaperoni, dell?esecutivo di Aiab, «è necessario sostenere i cambiamenti in atto. E cioè soprattutto lavorare perché le molte esperienze diffuse sul territorio siano in condizione di svolgere ancor più efficacemente il loro compito».
Così, di fronte alla crisi del modello agricolo ?fordista?, è importante che vi sia una decisa e strategica convergenza da parte di tutti i soggetti interessati (aziende agricole, ma anche reti sociali e istituzioni locali) e una effettiva complementarietà fra le decisioni che riguardano lo sviluppo rurale e quelle attinenti alla solidarietà sociale. Del resto i numeri dicono che il biologico interessa sempre di più gli italiani: ormai entrano, almeno periodicamente, nella busta della spesa di oltre la metà dei consumatori (53,1%).
A discuterne al convegno romano esperti come Andrea Ferrante, presidente Aiab; Alfonso Pascale, dell?associazione Rete delle fattorie sociali; rappresentanti politici nazionali e regionali (fra cui i ministri Paolo Ferrero e Rosy Bindi). Nel pomeriggio i lavori proseguono con alcune testimonianze di partenariati fra realtà agricole, associazioni familiari e strutture socio-sanitarie.
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