Cultura
Guarda chi cè con il Papa!
Il digiuno del 14. Le prime adesioni Tanti sì alla proposta di Giovanni Paolo II per un gesto penitenziale assieme ai musulmani. Da Giulietto Chiesa a Erri De Luca.
Ma quante divisioni ha, questo papa?», si chiedeva Josip Stalin, piccolo padre della Russia sovietica. Già, quante? Oggi, che il mondo è sconvolto da nuovi e terribili venti di guerra, il papa ha preso l?iniziativa, come già avvenne dieci anni fa, ai tempi della guerra del Golfo e ha chiesto, per il 14 dicembre, una giornata di digiuno e preghiera in coincidenza con l?ultimo giorno del Ramadan. Per un laico digiunare forse è più semplice (i radicali e, prima di loro, i gandhiani, lo fanno spesso), pregare è già un po? più difficile. Per chi è credente è invece forse il digiuno lo scoglio da superare. Abbiamo chiesto qua e là, senza criteri precisi, ma con speranza, per contare le divisioni del papa. Non siamo rimasti delusi. Verdi e Comunisti italiani hanno aderito d?acchito alla proposta del papa e, nei Verdi, laici e anche un po? anticlericali per storia e cultura, con un entusiasmo che colpisce.
Gianfranco Bettin, scrittore e prosindaco di Venezia, aderisce senza neanche stare a pensarci su, «perché è giusto», dice, «senza alzare steccati tra laici e cattolici, quando c?è da dire no alla guerra». Paolo Cento, deputato verde, anche, e in modo convinto: «Parteciperò al digiuno come occasione di dialogo e di tolleranza tra i popoli e le civiltà». Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia, viene da una cultura radicale e di digiuni ne ha fatti tanti: per i carcerati, per i tossicodipendenti, per i malati di Aids: «Ogni iniziativa di dialogo col mondo islamico è estremamente utile. Non aderisco, ma il lavoro culturale per fare da ponte con l?Islam che la Chiesa si sta impegnando a fare è vitale. Di certo, accompagnerei un?iniziativa del genere con una richiesta precisa, quella di lanciare una campagna di denuncia del fatto che l?Italia non ha ancora una legge sul diritto d?asilo. Una vergogna».
Anche a Milano, tra i banchi dell?opposizione in consiglio comunale, la proposta del papa è stata accolta con entusiasmo e tutti i partiti del centrosinistra ne saranno promotori con apposita mozione. Maurizio Baruffi, consigliere comunale verde e anche lui, un tempo, giovane militante radicale, dice: «Il digiuno può essere o uno strumento di pura testimonianza o uno strumento di lotta politica. Io l?ho fatto per la data del referendum sul traffico. A maggior ragione digiunerò il 14 dicembre». Dentro i Ds è invece più difficile trovare personalità sensibili a simili campagne, ma almeno una, Livia Turco, non si tira indietro: «Questo è il segno più bello che la Chiesa poteva offrire e l?esempio di come questa Chiesa voglia essere davvero profetica». Anche il giovane Pierfrancesco Majorino, coordinatore cittadino dei Ds milanesi, partecipa al digiuno: «Non l?ho mai fatto, un digiuno politico. Mi sembra una buona occasione per cominciare». Nell?universo no global, per due giorni a convegno con i suoi massimi esponenti e teorici a Milano, alla Camera del lavoro, non è di certo facile trovare dei soldati delle ?divisioni del papa?, ma l?attenzione verso il mondo cattolico e verso le ragioni del dialogo, come il no alla guerra, è alta. Christophe Aguiton, di Attac Francia, crede al dialogo tra le comunità religiose e a tutto ciò che lo favorisce: «La risposta di noi tutti deve essere umanitaria, democratica e universale. Sì, anch?io, da laico, sono d?accordo con il papa». Giulietto Chiesa, inviato del La stampa e grande amico di Emergency, non crede allo strumento del digiuno, ma dice che «l?idea mi piace e penso che si possa aderire come ognuno di noi meglio può». Passando ad uno scrittore, Erri De Luca, troviamo attenzione e simpatia assoluta per tale iniziativa: «Le due grandi religioni non sono nemiche, è urgente ribadirlo. Pregare assieme, mentre la politica dichiara guerra all?Islam è la scelta migliore che tutte le persone di buona volontà possono fare». De Luca ha anche firmato un appello assieme a Sergio Segio, del gruppo Abele, e a Sergio Cusani, di adesione al digiuno del papa, appello che invita a fermarsi, pregare e digiunare davanti alle carceri.
Pacifisti e non violenti laici di mezz?Italia, come quelli di Azione non violenta, non si fanno pregare né si fa pregare il laico Luigi Manconi. «Proprio adesso? Sì, proprio adesso. Con il mondo e la cultura islamica bisogna intensificare i rapporti ed elaborare percorsi di pacificazione e dialogo». Ermete Realacci, presidente di Legambiente, spiega: «Mi faccio parte e interprete anche così dell?inquietudine di molti, in Parlamento e nelle associazioni, contro la logica di guerra».
Si parva licet, ci aggiungiamo alla schiera: il 14 dicembre ingrosseremo allegri le divisioni del papa.
Formigoni: tre volte sì
Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni non esita un solo istante ad aderire all?iniziativa di digiuno lanciata da Giovanni Paolo II. «Innanzitutto», dice, «aderisco perché lo chiede il papa, che su questi temi è impegnatissimo da sempre, anche con un forte coinvolgimento personale di una persona che digiuna e che soffre per i mali del mondo, dalla fame alla povertà alla guerra«. «Poi», continua, «aderisco per rafforzare il segnale che tante singole persone stanno offrendo alla comunità internazionale in nome della pace. Infine, so che il digiuno è un gesto gradito a Dio: è il segno di un piccolo sacrifico e mortificazione di sé offerto a nostro Signore perché abbia misericordia di noi».
Griffini: per le famiglie
L?invito al digiuno lanciato dal Papa è una grande iniziativa di solidarietà, che rilancia l?importanza della tolleranza tra le religioni. Per questo osserverò il digiuno e cercherò di diffondere tra le famiglie italiane la campagna Family for family del Forum delle associazioni familiari, supportata da Ai.Bi.. In occasione del ventennale della Familiaris consortio, l?esortazione apostolica che invitava le famiglie a farsi cantieri di solidarietà, raccoglieremo fondi per 100 progetti in 17 Paesi dell?Est, mirati a combattere il dramma della disgregazione familiare. Famiglie cattoliche aiuteranno famiglie musulmane e di altre religioni a restare unite. E il digiuno diventerà una speciale riflessione su quanto la solidarietà serva a risolvere i conflitti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.