Welfare

Guantanamo: prigionieri kuwaitiani fanno causa agli Usa

I cinque, in carcere senza nessun capo di imputazione da quasi un anno, proclamano di essere volontari di organizzazioni umanitarie.

di Redazione

Un gruppo di kuwaitiani rinchiusi nel campo di prigionia della base americana di Guantanamo vogliono fare causa, con il sostegno del loro paese, agli Stati Uniti per la loro detenzione che va avanti da quasi un anno senza che sia stato contestato loro nessun capo di incriminazione. L’azione dei 12 prigionieri, che sostengono di non essere Taleban o membri di al Qaeda ma volontari di organizzazioni umanitarie che operavano in Afghanistan, costituirebbe, sottolinea oggi il ”Los Angeles Times”, il primo ricorso legale contro i metodi utilizzati da Washington nella cattura e nella detenzione dei circa 600 prigionieri afghani trasferiti nel controverso ”camp delta” allestito nella base della Marina americana sull’isola di Cuba. Nel ricorso, che ha il pieno appoggio dell’ambasciatore del Kuwait negli Stati Uniti Salem Abdullah Al-Jaber Al-Sabah, si sostiene che i 12 cercarono di fuggire dall’Afghanistan subito dopo lo scoppio della guerra cercando di entrare in Pakistan. Ma finirono nelle mani di pachistani che li consegnarono agli americani per incassare la taglia che le forze americane promettevano a chi catturavano. Una versione che viene confermata dal governo del Kuwait, che ha controllato a fondo i fascicoli dei 12 ed esclude completamente, almeno per nove di essi, che abbiano collegamenti con gruppi terroristici. Una posizione che potrebbe essere motivo di dissidio fra Stati Uniti e Kuwait, proprio quando Washington punta sul suo appoggio in vista dell’eventuale prossima guerra contro l’Iraq.


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