Welfare
Guantanamo, Agnoletto: poliziotti e carabinieri italiani agli interrogatori
La denuncia dell'europarlamentare della Sinistra Arcobaleno, membro della sottocommissione Diritti Umani
di Redazione
Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra Arcobaleno, membro della sottocommissione Diritti Umani, denuncia: «dal 2002 carabinieri dei Ros e poliziotti della Digos hanno effettuato missioni e interrogatori nel campo di detenzione di Guantanamo.
Frattini, oggi commissario alla Giustizia e alla libertà, allora ministro con la delega ai Servizi non poteva non sapere, e oggi chiede d’indagare su sè stesso. In italia, a differenza di altri Paesi europei, nessuna indagine è stata avviata.
Nel processo che si è tenuto a Milano nell’ottobre 2006, contro tre marocchini tra cui l’ex imam di Varese Abdel Majid Zergout esiste un riferimento a ?interrogatori? tenuti da uomini dei Ros nel campo di detenzione di Guantanamo.
Da un’informativa dei Ros di Torino del 29 ottobre 2003, firmata dal colonnello Vittorio Santoni, uno dei quattro carabinieri del Ros che nel novembre 2002 sarebbero stati inviati in missione a Guantanamo, si parla di dichiarazioni rese nel campo.
Secondo il maresciallo Dilda sarebbe stato il generale dei Ros Gianpaolo Ganzer ad autorizzare la missione a Guantanamo.
Gli interrogatori sarebbero stati definiti ?informali?, si sarebbero svolti senza la presenza di avvocati, avrebbero coinvolto almeno sei prigionieri e non sarebbero stati riferiti all’autorità giudiziaria.
Secondo un’altra versione le procure di Torino e di Bologna sarebbero state avvisate informalmente della missione e avrebbero in seguito ricevuto note informative sull’esito della stessa. La spedizione dei Ros (o le spedizioni sembrerebbe infatti che si siano recati due volte a Guantanamo) sarebbe stata preceduta da un’ analoga missione della Polizia italiana nel giugno 2002. Funzionari di polizia di Milano e di Torino si sarebbero recati a Guantanamo, come sarebbe emerso anche nel processo per il rapimento di Abu Omar.
La missione si sarebbe svolta su invito dell? FBI, rivolto direttamente alle forze di polizia nel quadro della collaborazione nella lotta al terrorismo internazionale. In tutte le occasioni gli interrogatori a Guantanamo si sarebbero svolti alla presenza degli investigatori statunitensi. Missioni simili sarebbero state realizzate anche da altre forze investigative ad esempio francesi, tedesche. Ma, in sintonia con quanto richiesto dalla Commissione Europea, la Germania ha aperto un’inchiesta parlamentare e la Francia una procedura giudiziaria per verificare l’esistenza di tali visite e le circostanze nelle quali si sarebbero svolte.
In Italia, Paese del Beccaria, nessuna indagine risulta essere stata avviata sulle missioni che Ros e Digos avrebbero realizzato a Guantanamo, sulle responsabilità di chi le avrebbe autorizzate, sull’uso nei dibattimenti giudiziari delle informazioni raccolte in un ambito, il campo di detenzione di Guantanamo, ove la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, vietati dalle Convenzioni internazionali, sono all’ordine del giorno.
Nel periodo delle missioni della Digos e dei Ros a Guantanamo Franco Frattini, l’attuale commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza era ministro della Funzione Pubblica con delega al coordinamento dei servizi segreti, ma non ritenne di dover avviare alcuna indagine. Non é credibile che l’allora ministro Frattini non fosse informato dai servizi su iniziative così importanti assunte da polizia e carabinieri. Incredibilmente Frattini, in ben due occasioni, rispondendo in qualità di commissario a due mie interrogazioni sulla presenza di organi investigativi italiani e di altre nazioni europee a Guantanamo, afferma: «Le indagini dovranno determinare se a Guantanamo erano presenti rappresentanti delle autorità degli Stati membri, a che scopo e in quali condizioni, se hanno effettivamente proceduto a interrogatori e se gli elementi di informazione ottenuti in questo modo sono stati utilizzati in seguito. La Commissione seguirà gli sviluppi di tali indagini». Frattini in sostanza dice che é necessario indagare su se stesso e ci rassicura che la Commsissione, quindi sempre lui, seguirà gli sviluppi delle indagini!
Nel nostro Paese vi sono migliaia di magistrati impegnati a far rispettare un ordinamento che vieta ogni forma di violenza (e quindi di tortura) e di abuso sui prigionieri; almeno decine di loro lavorano quotidianamente nella lotta al terrorismo e per compito professionale vengono a conoscenza dell’attività dei Ros e della Digos: eppure nessuno ha avvertito la necessità di verificare cosa siano andati a fare a Guantanamo gli uomini delle nostre forze investigative».
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