Economia

Groupon fa flop in Borsa

Dopo l'esordio da record crollano le quotazioni del portale americano

di Redazione

Solo venti giorni fa era stata definita «la più grande quotazione Internet dai tempi di Google». Ieri l’incantesimo dell’offerta pubblica iniziale (Ipo) da record è svanito. Il portale online di gruppi d’acquisto sbarcato al Nasdaq lo scorso 4 novembre, è sceso molto al di sotto del prezzo dell’Ipo. Il valore delle azioni è arrivato al minimo di 16,84 dollari oscillando per tutto l’arco della seduta di Borsa, per poi chiudere a 16,96. Al di sotto di quei 20 dollari fissati per lo sbarco sui mercati.

«Il debutto della società, che ha tre anni e vende buoni su Internet per qualunque cosa, è stato uno dei più seguiti quest’anno», aveva osservato la Reuters. Nei giorni successivi però le cose si sono complicate. Groupon ha perso  un terzo del suo valore di mercato a partire dalla fine della scorsa settimana, vale a dire quasi 6 miliardi di dollari in meno pergli azionisti. L’azienda aveva raccolto con l’Ipo 700 milioni di dollari e il titolo, nel primo giorno di contrattazioni, era balzato di oltre il 40% al punto che Groupon aveva messo in vendita cinque milioni di titoli in più del previsto facendo salire la valutazione della società a circa 12,7 miliardi.

«Colpa dell’incertezza politica e economica, che fa sì che le compagnie promettenti ma ancora non stabili appaiano meno attraenti agli occhi degli investitori», scrive l’Associated Press. Per questo a Wall Street un’investimento su Groupon può sembrare rischioso di questi tempi. Soprattutto in una nicchia come quella delle vendite online. In questo periodo Groupon starebbe accumulando enormi perdite nel tentativo di espandersi e allontanare le (tante) minacce di imitazioni. Gli operatori finanziari si chiedono se ce la fara a superare le difficoltà.

Nel frattempo in Italia continua la guerra tra il sito e l’Ordine dei medici. (Vita ne aveva parlato lo scorso 9 novembre). Almeno su questo campo Groupon ha vinto l’ultima battaglia: i medici che avevano offerto i loro servizi online non sono stati sanzionati, così ha deciso il 22 novembre la Commissione disciplinare dell’Ordine di Bologna.


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