Formazione

Grottole, battesimo di una nuova figura professionale: ecco chi sono i Village Host

Provano a migliorare la vita di piccoli centri e aree rurali con progetti di turismo trasformativo, sport d'avventura, piattaforme di condivisione. Un lavoro senza nome, fino ad oggi. Sono i Village Hosts e si sono dati appuntamento la prima volta nella provincia di Matera, provengono da dieci Paesi europei

di Luca Iacovone

Aniana Heras è originaria di un piccolo paese della campagna spagnola, si è trasferita prima a Madrid per studiare arte e design, poi a Berlino, oltre dieci anni fa: vent’anni di esperienza come designer e creativa e da sempre nel cassetto il sogno di fare qualcosa per rivitalizzare il suo piccolo paese natale nel sud della Spagna.

È così che nasce il progetto Museo Abierto: «vogliamo trasformare spazi privati, come le facciate delle case, in spazi espositivi», racconta Heras, «questa iniziativa guidata dalla comunità incoraggia i vicini a cedere i loro spazi privati per mostrare l'arte e portare le persone al centro storico altrimenti vuoto».

Aniana è una delle partecipanti alla prima edizione dell’Open School for Village Hosts, con lei altri 17 attivatori di comunità con progetti di sviluppo in aree rurali che hanno avuto l’occasione di conoscersi e riflettere sul valore sociale del loro ruolo e su come aumentarne l’impatto. Ma l’obiettivo principale della scuola è stato quello di riuscire ad arrivare, insieme ai partecipanti, ad una definizione condivisa del loro profilo professionale: si tratta di artisti, cuochi, agricoltori, creativi che generano un impatto per le piccole comunità,

professionisti impegnati in vario modo nella rigenerazione di contesti rurali, che si prendono cura dell’ambiente, della cultura locale, e delle comunità contribuendo a garantire il benessere degli ecosistemi e delle risorse naturali. Tantissime declinazioni per un lavoro comune a cui mancava un nome.

Il primo a pensarci è stato John Thackara, esperto di innovazione sociale rurale, che racconta: «tra la moltitudine di piccoli borghi europei stanno spuntando dal basso tantissimi nuovi progetti, promossi da veri pionieri all'interno di ciascuna comunità. Cercano e collegano beni trascurati che già esistono in una comunità – persone, luoghi, edifici e competenze – e collegano questi beni trascurati in eventi, servizi e imprese. Ma il valore creato da queste persone spesso non è riconosciuto dalle amministrazioni pubbliche o da altri attori rurali ed economici. Di conseguenza, tendono a lavorare da soli e di solito senza supporto. Per espandere la portata e la qualità di queste attività, quindi, è stato inventato un titolo di lavoro – Village Hosts – per descrivere le persone preziose che avviano tali progetti»

Nella sola Italia contiamo 5mila piccoli centri urbani (quelli con meno di 5mila abitanti); in Spagna sono 3.500; in Serbia 4.700. La School for Village Hosts punta a migliorare le connessioni e gli scambi tra le persone e organizzazioni che in Europa già contribuiscono all'evoluzione delle economie rurali: pianificatori regionali, agricoltori, ricercatori, consulenti agricoli e rappresentanti del governo, ingegneri, sviluppatori, funzionari eletti.

L’intuizione e la sfida di Thackara ha incontrato la risposta entusiasta di un largo partenariato composto da Casa Netural, MateraHub, Elisava, Barcelona School of Design and Engineering, Holis, Centre for Socially Responsible Entrepreneurship, Kobiety Lodz e Radosa Partneriba, che ha consentito di inserire il progetto dell’Open School for Village Hosts nell’ambito del Programma Erasmus+, Azione chiave 2: cooperazione tra organizzazioni e istituzioni.

Partner strategico e motore dell’iniziativa è stata Wonder Grottole, impresa sociale spin-off dell’associazione Casa Netural. Wonder Grottole ha trasformato il piccolo comune lucano in un paese-laboratorio dove sperimentare un approccio territorialista, per riabitare il suo centro storico con una nuova comunità – quella locale insieme a una nuova attratta dalla "living culture" (la cultura pulsante quotidiana del paese). Con l’Open School for Village Hosts, ospitata proprio a Grottole dal 14 al 21 maggio, l’impresa sociale lucana è diventata modello europeo a cui gli attivatori locali europei guardano per misurare e amplificare i propri impatti.

«L'Open School for Village Hosts è una delle legacy di Casa Netural», dice il presidente dell’associazione materana Andrea Paoletti. «Nel 2016 abbiamo conosciuto John Thackara per Il Matera design weekend, e dall’incontro con lui e Stefano Mirti è nata l’idea di Wonder Grottole: non volevamo più organizzare festival in cui parlare di design, ma un progetto in cui applicare metodologie e strumenti del design. Wonder Grottole è oggi un modello a cui l’Europa guarda perché qui applichiamo le metodologie dell'ecosistema territoriale, l’insieme cioè di relazioni fra sistema ambientale e società umana organizzata con strutture urbane evolute. In quelle relazioni è possibile trovare gran parte delle risorse fondamentali per la vita, sviluppandosi culturalmente e producendo un sistema di relazioni, simboli, conoscenze».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.