Cultura

Grip, il think tank della pace

Prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti, controllo sui traffici di armi, sicurezza e difesa: su questi temi si declina l’attività accademica del Grip.

di Joshua Massarenti

Chi sfoglierà il nuovo Communitas si imbatterà certamente nel Grip, il Groupe de recherche et d?information sur la paix et la sécurité cui appartengono alcuni autori ospitati sul mensile. Era il 1978, piena guerra fredda, quando un gruppo di giovani ricercatori belgi mobilitò l?opinione pubblica europea sulla corsa agli armamenti. Dopo appena dodici anni, nel 1990, l?allora segretario generale dell?Onu, Javier Pérez de Cuéllar fece del Grip un ?messaggero della pace? nel mondo. Prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti (soprattutto nei Balcani e in Africa subsahariana), proliferazione delle armi leggere, controllo dei traffici di armi e disarmo, ruolo della futura Unione europea e di altre istituzioni internazionali (Nato, Osce, Onu, Oua) in materia di sicurezza e di difesa sono i nuovi (e meno nuovi) assi di ricerca che il Grip ha perlustrato, anche con campagne e attività di advocacy in collaborazione con le più importanti organizzazioni internazionali (Msf, Oxfam, Amnesty International, Human Rights Watch, Unicef).
Forte di un know-how impressionante, il Grip è riuscito a soddisfare gli ?appetiti?, in tema di ricerca, della Commissione europea, della Nato, dell?Istituto di studi di sicurezza dell?Unione dell?Europa occidentale, dell?Oil – Organizzazione internazionale del lavoro, dell?Istituto Onu per la ricerca sul disarmo e del Sipri, il Centro di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma. Un lavoro che ha dato vita ad oltre 70 libri e 170 rapporti.
Il Grip ha risposto sì alla proposta di Vita di partecipare al laboratorio di idee di Communitas. Tre gli articoli targati Grip di questo secondo numero (in vendita nelle librerie Feltrinelli, per abbonamenti Communitas) dedicato al mondo umanitario, spiccano la riflessione di Sami Makki, ricercatore dell?École des hautes études en sciences sociales di Parigi, sull?applicazione in Iraq del modello anglosassone di integrazione dell?azione civile nei piani militari, e La militarizzazione degli umanitari, l?umanizzazione dei militari, di Xavier Zeebroek, ricercatore del Grip, che analizza dal Congo allo tsunami la condivisione delle regole e degli spazi delle crisi umanitarie da parte di civili e militari. In entrambi i saggi, come in tutto Communitas, la complessità dell?umanitario è stata resa più accessibile dal contributo del giurista belga Jean-Philippe Renaud, autore di un abbecedario fondamentale. Buona lettura.

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