Solo dieci anni fa i prodotti biologici erano considerati una questione da “impallinati”, appannaggio di un “certo mondo” di tessitori di utopia. Questo volevano farci credere i fautori della quantità sfrenata, magari ottenuta con l’uso ponderato dei fitofarmaci. Ma questa idea, vivaddio, non è passata e i produttori di cibi biologici sono cresciuti a dismisura, rimettendo al centro il rapporto tra l’ambiente e l’uomo. Come accade, ad esempio, nel vino, che conta su una schiera di giovani con le idee ben chiare in testa. Oggi, volendo mettere in risalto cibi puliti e gusto (binomio che non sempre va di pari passo), il pensiero va a Luigi Brezza, un produttore di San Giorgio Monferrato che al biologico ha dedicato una vita. Alla Cascina Migliavacca, il figlio Francesco continua a mantenere vivo il ciclo: la stalla con i bovini di razza piemontese alimentati con i cereali coltivati in azienda, il letame che va a concimare campi e vigne e due prodotti che sono emblema di pulizia e di gusto. Ecco la carne tenerissima e quel Grignolino d’antan, con tutte le sue spigolosità, gradevolmente allappante, amaro, pieno di un gusto che afferma, contro l’indistinto di tanta produzione odierna, l’unicità di quel miracolo che vede l’uomo in azione con la terra, le stagioni e un ambiente che non è una macchina di produzione, ma un quadro di Chagall…
Cascina Migliavacca
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