Economia

Greenpeace svela i testi del TTIP. Dalla campagna del no: «Non c’è nessuna trasparenza»

Si tratta di 248 pagine che l'associazione ha reso pubbliche. Da “Campagna Stop TTIP Italia” fanno sapere che «stiamo studiando a fondo le carte. Da una prima lettura tutte le criticità sono rimaste invariate. I nostri diritti sono trattati come merce di scambio. Il prossimo 7 maggio bisopgnerà essere in tanti a Roma per dare vita ad una grande manifestazione»

di Lorenzo Maria Alvaro

Oltre i due terzi del testo negoziale del TTIP, ben 248 pagine, sono state desecretate e rese pubbliche da Greenpeace. Sono la sostanza della trattativa tra Stati Uniti e Unione Europea al punto in cui si è arrivati durante l'ultimo round negoziale, svoltosi a New York a fine aprile.

Il tutto a pochi giorni dalla grande manifestazione organizzata dalla Campagna Stop TTIP Italia per il prossimo 7 maggio a Roma, e a poche settimane dal prossimo Consiglio Europeo del 13 maggio che tratterà del TTIP e anche del CETA, l'accordo di liberalizzazione con il Canada in via di ratifica al Parlamento europeo.

«L'Unione Europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana» dichiara Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, «come l'agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti, lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell'Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo».

Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c'è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l'Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

«Nella Cooperazione regolatoria», dichiara Elena Mazzoni, tra li coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, «emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative vanga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione».

«La documentazione resa pubblica oggi», sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, «dimostra quello che da tempo la campagna Stop TTIP denuncia: il TTIP è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il TTIP sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio».

La sostanza insomma sembra essere abastanza inquietante: «C'è un problema enorme di trasparenza. Per poter sapere cosa è contenuto nel trattato bisogna affidarsi a vie traverse. Seppure ancora ad una prima lettura del testo risulta comunque evidente come anche nel merito ci sia da allarmarsi. Nessuna delle controversie aperte vede un passo indietro. Penso al tema degli Ogm, la questione sanitaria e del Codex e il tema dello sviluppo sostenibile. Entro mercoledì usciremo comunque con un'analisi completa delle pagine pervenuteci», conclude Mazzoni.

Per questo, per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico la campagna Stop TTIP Italia invita tutti a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.